Il governo Monti riscuote l’ok dalla Commissione finanze sull’emendamento cancella-beauty contest e anche il via libera dell’Europa. Strada spianata, ma solo a metà. Il Pdl accende la miccia: "Fatto gravissimo, un grande pasticcio – dice l’ex ministro allo Sviluppo Paolo Romani -. Ne parleremo al vertice di maggioranza a Palazzo Chigi".
Sul fronte europeo va tutto liscio. "La Commissione accoglie favorevolmente l’annuncio del governo italiano in merito all’effettuazione di un’asta per l’assegnazione delle frequenze televisive digitali – scrive in una nota Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione e commissario per la concorrenza in Europa -. Questa nuova proposta dovrebbe contribuire a un uso efficiente dello spettro e allo stesso tempo promuovere la concorrenza nel mercato italiano della diffusione televisiva, in virtù del trattamento preferenziale riservato ai nuovi entranti. Nell’ambito della procedura d’infrazione avviata nel 2006, la Commissione collaborerà con le autorità italiane per definire i dettagli dell’asta, in modo che siano pienamente superati i problemi derivanti dalle precedenti assegnazioni di frequenze televisive digitali".
Ma sul fronte interno è un’altra cosa. Il testo viene approvato (contrari Pdl e Grande Sud, astenuto l’Idv con Antonio Di Pietro che dichiara: "È un gioco delle tre carte"), ma il disco verde arriva a conclusione di un concitato tentativo da parte del Pdl di cambiare le carte dopo aver scoperto che il prevede un tetto "(il "cap") al numero di multiplex consentito (in tutto 5). Romani accusa il ministro Passera di non essere stato ai patti e di aver consegnato un testo diverso "da quanto concordato".
Per il Pdl parte una corsa contro il tempo. Il presidente della Commissione Gianfranco Conti (Pdl) chiede una sospensione motivata dalla richiesta di una quantificazione precisa delle entrate attese dall’asta. Durante la sospensione parte il pressing. Concitata telefonata di Romani al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà per chiedere una mediazione diretta con Passera (la telefonata di Romani avviene nel corridoio di fronte alla Prima Commissione dove stazionano i cronisti).
Ma il testo viene messo ai voti così com’è, ed è cosa fatta. "Non capisco per quale motivo ci sia stato un ripensamento da parte del Pdl – dice Pierluigi Bersani (Pd) -, non abbiamo visto emendamenti o altro. E’ evidente che dovevano esserci ragioni non solo estetiche… Il governo ha fatto bene, ha votato e ora vada avanti". Concetto ribadito dal responsabile Pd per l’agenda digitale Paolo Gentiloni: "’Per noi il testo depositato è positivo e non modificabile". Secondo Gentiloni il dietrofront del Pdl (ha votato contro senza presentare subemendamenti) è motivato dal fatto che il partito di Silvio Berlusconi si aspettava un’asta "col trucco", senza l’indicazione del tetto massimo di cinque frequenze: "Bene ha fatto il governo a non subire ricatti".
Non così per il Pdl. Per Romani "è un danno per il paese. Rai e Mediast erano quelle piu’ interessate a fare la gara", afferma Romani (il 9 dicembre Silvio Berlusconi aveva detto: "Una gara andrebbe deserta"). Dichiara che "purtroppo il Governo non ha saputo o voluto evitare che ci dividessimo" e attacca Passera: "Non è stato agli accordi, ne parleremo stasera al vertice di maggioranza a Palazzo Chigi". Una prospettiva che il segretario Pd Pierluigi Bersani scongiura: "’Voglio credere di no".
Se il Pdl punta i piedi, il mercato però risponde in modo diverso all’operazione del governo: il titolo di Mediaset, che viaggiava da giorni ai minimi storici, sale del 4,31% a 1,815 euro dopo aver toccato anche un massimo di 1,837 euro. "Per il momento pericolo scampato – commenta un analista – se qualcuno temeva una gara onerosa per Mediaset o una concorrenza molto agguerrita, le indicazioni emerse finora non sembrano essere una premessa a questo scenario: i tempi lunghi della gara, la divisione in due lotti (probabilmente uno per le tlc e uno per i broadcaster) e la possibilità di usare per il digitale terrestre le frequenze per il mobile tv (sic) sembrano neutralizzare le ipotesi peggiori per Mediaset".
Dal fronte Europa 7 il patron Francesco di Stefano lancia un allarme: con l’annullamento del beauty contest "gli incumbent (Rai e Mediaset, ndr.) hanno consolidato la loro posizione attuale" mentre Europa 7 è tra le piu’ sfavorite dall’annullamento del ‘concorso di bellezza’. E promette ulteriore battaglia.
Quanto agli incassi per il governo, secondo una relazione tecnica all’emendamento l’asta delle frequenze potrà assicurare un introito "al momento non compiutamente quantificabile, e comunque molto rilevante". "Ulteriori o maggiori entrate", si rileva, potranno venire dalle successive procedure di gara riguardanti le frequenze destinati a usi di telecomunicazione e dal previsto riordino dei contributi per l’utilizzo delle frequenze tv.
Con il "nuovo corso" sulle frequenze il Governo intende valorizzare economicamente una risorsa preziosa quale quella delle frequenze, puntando inoltre al consolidamento dell’industria televisiva e allo sviluppo del comparto Tlc. Si pongono cosí anche le basi per la chiusura della procedura di infrazione comunitaria da tempo aperta contro l’Italia e si creano le condizioni per aumentare ulteriormente il pluralismo, la trasparenza e l’apertura del mercato.
I singoli lotti messi a gara saranno composti da reti di piú frequenze, modulabili per macroaree di diffusione. Alcune di queste frequenze, posizionate all’interno della banda 700 MHz, saranno assegnate per un periodo di tempo piú limitato in quanto, coerentemente con le future decisioni comunitarie, potranno essere destinate a servizi diversi da quelli televisivi e dunque riassegnate, tramite ulteriori aste, a operatori di Tlc.I lotti di frequenze saranno assegnati tramite aste a titolo oneroso. Il bando della prima asta sarà emanato dal ministero dello Sviluppo economico entro i prossimi 120 giorni e sarà basato su regole stilate dall’Agcom, sentiti i competenti uffici della Commissione europea. Con questo sistema di assegnazione, dice il governo, lo spettro nazionale sarà maggiormente valorizzato e sfruttato in maniera piú efficace, consentendo l’adozione delle piú avanzate tecnologie trasmissive presenti sul mercato.
Abrogazione del Beauty Contest. Sono abrogati gli attuali riferimenti di legge alle parti della delibera n. 181/09 dell’Autorità incompatibili con la nuova disciplina, fermi restando i limiti di concentrazione previsti dalla medesima direttiva per ciascun operatore. Di conseguenza viene annullato il bando che ha indetto la gara "beauty contest", rinviando ad un decreto interministeriale la definizione dei criteri e delle modalità per l’attribuzione di un indennizzo ai partecipanti.
Il bando. Il Ministero dello sviluppo economico emanerà entro 120 giorni il bando della nuova gara per l’assegnazione delle frequenze.
Le regole. Le regole della gara dovranno essere elaborate dall’Agcom, sentiti i competenti Uffici della Ue e attenendosi ai seguenti criteri e principi direttivi:
-aggiudicazione all’offerta economica piú elevata, anche mediante rilanci competitivi;
-partecipazione alla gara riservata agli operatori di rete, assicurando la separazione verticale tra i fornitori di programmi e gli stessi operatori di rete, che dovranno consentire l’accesso ai fornitori di programmi a condizioni eque e non discriminatorie. In questo modo sarà piú facile e meno oneroso accedere al mercato televisivo;
-fissazione dei criteri e delle priorità per favorire i fornitori di programmi nuovi entranti e l’innovazione tecnologica;
-composizione ottimale dei diversi lotti messi a gara e modulazione della durata dei diritti d’uso delle singole frequenze, cosí da garantire la tempestiva destinazione delle frequenze secondo la disciplina dello spettro radio stabilita dalla Commissione europea e dagli organismi internazionali competenti, con particolare riguardo agli obiettivi della agenda digitale nazionale ed europea.
Valorizzazione dello spettro. L’Autorità e il Ministero dovranno adottare ogni azione utile a garantire la concorrenza, l’uso efficiente e la valorizzazione economica dello spettro radio, in riferimento anche agli indirizzi dettati dalla Conferenza mondiale di Ginevra 2012 e dall’Unione Europea nell’ambito degli obbiettivi dell’agenda digitale. In questo modo il sistema trasmissivo nazionale potrà rispondere efficacemente ai crescenti bisogni di banda larga e di comunicazione tramite la rete.
Riordino dei contributi di concessione. Si prevede entro la fine del 2012 il riordino dei contributi per l’utilizzo delle frequenze televisive, che saranno progressivamente applicati per favorire l’ottimale utilizzo delle frequenze.
Nuova capacità trasmissiva. Vengono previste misure atte a favorire l’introduzione di nuovi standard televisivi DVB-T2, MPEG-4 e successive evoluzioni, attraverso i quali sarà possibile aumentare la quantità e la qualità della trasmissione televisiva. Per questo motivo, a partire dal 1 gennaio 2015 le aziende produttrici di televisori saranno obbligate a utilizzare solo sintonizzatori digitali in grado di ricevere i nuovi standard. Le nuove tv, dal 1 luglio 2015, saranno le uniche a poter essere commercializzate. Gli standard DVB-T2 e MPEG-4 necessitano inoltre di un numero piú limitato di frequenze e ciò consentirà la trasmissione di una quantità piú ampia e avanzata di contenuti.