L'INTERVISTA

Hu Kun: “In Italia contribuiamo a crescita economica”

Il numero uno di Zte annuncia a Corcom i nuovi obiettivi in termini di investimenti e aspettative nel nostro Paese. Non solo telco: si punta su imprese e PA. E non solo 5G: l’azienda lavora a un progetto Ftth e accende i riflettori su Fwa e Iot

Pubblicato il 25 Ott 2019

hu kun zte

Raddoppiare il business enterprise in due anni. E rafforzare la collaborazione con la PA italiana. Questi i due obiettivi che Hu Kun, numero uno di Zte Italia, annuncia in un’intervista rilasciata a Corcom in occasione di Smau 2019, dove l’azienda cinese quest’anno è presente per la prima volta aggiudicandosi peraltro il premio Smau Innovation Award insieme con Avmap per un hotspot 4G per auto.

“L’Italia per noi è da sempre un Paese strategico, il più importante in Europa. Continueremo a investire e ad allargare gli orizzonti”, racconta il manager puntualizzando che “Zte non è in Italia con lo scopo esclusivo di fare profitti. Vogliamo partecipare attivamente allo sviluppo del Paese, contribuire alla crescita dell’economia, perché solo in questo modo si innesca quel circolo virtuoso che consente di generare nuovi investimenti”.

Hu Kun, non solo telco dunque…

Le reti rappresentano ovviamente il nostro core business. Ma siamo impegnati anche su molti altri fronti per dotare aziende e industrie delle infrastrutture necessarie a portare avanti i loro progetti.

Attualmente quanto pesa il segmento “corporate” sulle revenues?

Attualmente in Italia vale circa il 10% – per fare un paragone a livello globale vale il 30% – ma puntiamo a raddoppiare in un paio d’anni.

State diversificando i vostri investimenti anche sul fronte tecnologico. E avete annunciato una serie di novità in particolare sul fronte Fixed Wireless Access e Internet of things. Cosa bolle in pentola?

In Italia c’è bisogno di una maggiore penetrazione dell’ultrabroadband, in particolare nelle aree ancora in digital divide. E in tal senso crediamo che la tecnologia Fwa possa rappresentare una valida soluzione per accelerare la diffusione della banda ultralarga. Non è un caso se alcuni operatori di Tlc abbiano deciso di puntare sin da subito su questa tecnologia, che consente peraltro di sviluppare progetti in tempi rapidi e anche a fronte di investimenti contenuti. Poi c’è l’Internet of things che non è solo narrowband ma è broadband. E last but not least stiamo lavorando a un progetto Ftth, di cui non posso svelare ora ulteriori dettagli, a dimostrazione che vogliamo essere attivi a 360 gradi. E vorrei puntualizzare che il 5G ha bisogno di fibra. E fibra e 5G non possono essere più considerati separatamente. Nel senso che senza l’una è impossibile sostenere l’altro perché il backbone è fondamentale.

Credete di poter avere un ruolo anche in ambito smart city?

Naturalmente. E abbiamo già da tempo attivato alcune sperimentazioni a livello comunale e regionale per lanciare specifici progetti. In Italia, come le accennavo, abbiamo tanti progetti in corso e molti ne avremo.

Cosa ne pensa dell’approccio del governo italiano in tema di sicurezza 5G? Come avete accolto le misure relative al Golden Power e il decreto cybersecurity?

Posso dire che da quando siamo in Italia abbiamo sempre trovato un clima favorevole, molto più che in altri Paesi europei. E le nuove misure le abbiamo accolte positivamente considerato che l’obiettivo è garantire la sicurezza e creare fiducia.

Non temete che una stretta sulle aziende cinesi a livello globale possa determinare ripercussioni a catena anche sul business in Italia?

Abbiamo definito le nostre strategie e il nostro business plan già da tempo. Ed i risultati dei primi due quarter 2019 mostrano che stiamo andando bene e che non ci sono ripercussioni di sorta. Vorrei però fare chiarezza su questo tema della sicurezza: dopo 30 anni di globalizzazione e dopo che tecnologie e brevetti sono diventati interdipendenti a livello internazionale al punto da fare parte entrambi della supply chain non bisognerebbe chiedersi da dove proviene la tecnologia. L’approccio deve essere scientifico perché la fiducia è la chiave di tutto. La fiducia nell’industria delle Tlc ma anche nei governi, nelle tecnologie e nell’industria. E sono i governi e i regolatori a dovere creare quel clima di fiducia indispensabile per lo sviluppo del 5G. Per quanto riguarda specificamente l’Italia abbiamo inaugurato a Roma il nostro Cybersecurity Lab, a dimostrazione di quanto il tema della sicurezza ci stia a cuore. E Milano è il nostro hub europeo.

Prevedete ulteriori investimenti in Italia anche in termini di assunzioni?

Più si cresce più si ha bisogno di nuove risorse. Dunque andremo in questa direzione.

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