L’Italia recepirà in tempi rapidi la direttiva copyright. L’annuncio arriva dal sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella. “L’adozione nel luglio scorso della nuova disciplina europea del copyright e l’imminente implementazione di un sistema europeo di tassazione, la web tax, destinato a far emergere le basi imponibili derivanti dalle attività delle piattaforme digitali offrono ai singoli Stati nuove opportunità di intervento, ma pongono anche sfide complesse che i Governi e i legislatori nazionali devono essere in grado di interpretare con il necessario equilibrio – ha spiegato in Commissione Cultura alla Camera – Gli Stati membri dovranno recepire la Direttiva sul copyright entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore, ovvero entro il 7 giugno 2021. L’Italia intende farlo tempestivamente, ricercando il miglior bilanciamento possibile tra la libertà di espressione individuale e la tutela della qualità e del pluralismo dell’informazione, anche attraverso la giusta remunerazione dei contenuti editoriali”.
“In particolare dovrà essere concretamente disciplinato, con il necessario equilibrio l’esercizio del nuovo diritto connesso introdotto dalla Direttiva europea, cioè il diritto degli editori a tutelare le pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di utilizzo online da parte dei prestatori di servizi della società dell’informazione – ha proseguito – Un altro importante profilo che dovrà essere affrontato in sede di recepimento della Direttiva è quello della responsabilità dei ‘prestatori di servizi di condivisione di contenuti online’ per l’utilizzo di contenuti protetti. Per la prima volta, la disciplina europea prevede che questi soggetti rispondano della liceità dei contenuti caricati dagli utenti, sia pure con una responsabilità mitigata e declinata secondo un principio di proporzionalità”.
Martella ha dettagliato anche la “strategia” di finanziamento dell’Editoria. “L’Italia punta ad accrescere le risorse destinate al sistema dell’informazione, attraverso la misura nazionale di tassazione sulle intermediazioni finanziarie – ha spiegato, riferendosi alla web tax prevista dal Ddl bilancio per il 2020 – Abbiamo proposto – ha ricordato – che una quota del gettito di tale imposta pari al 5%, entro il limite massimo di 20 milioni di euro annui, sia strutturalmente riservata all’alimentazione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione nel sistema editoriale. A valere su queste risorse sarà finanziato, in aggiunta alle misure già previste dalla legge, un sistema di incentivi all’acquisto di abbonamenti a quotidiani e periodici, anche in formato digitale, destinato alle scuole pubbliche e paritarie di ogni ordine e grado e ai singoli individui”. Secondo Martella “si tratta di una misura significativa non solo per l’impatto finanziario, ma anche e soprattutto per la sua valenza culturale”.
L’imposta sui servizi digitali prevede un’aliquota del 3% sui ricavi da applicare ai soggetti che prestano servizi digitali e che hanno un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni e un ammontare di ricavi derivanti dalla prestazione di servizi digitali non inferiore a 5,5 milioni.
Cosa prevede la direttiva europea sul copyright
La direttiva Ue sul copyright mira ad aumentare le possibilità dei titolari dei diritti, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori (creativi) e editori di notizie, di negoziare accordi migliori sulla remunerazione derivata dall’utilizzo delle loro opere presenti sulle piattaforme Internet. Le piattaforme Internet saranno direttamente responsabili dei contenuti caricati sul loro sito, dando automaticamente agli editori di notizie il diritto di negoziare accordi per conto dei giornalisti sulle informazioni utilizzate dagli aggregatori di notizie.
Libertà di espressione
Numerose disposizioni sono specificamente concepite per garantire che Internet rimanga uno spazio di libertà di espressione. Poiché la condivisione di frammenti di articoli di attualità è espressamente esclusa dal campo di applicazione della direttiva, essa può continuare esattamente come prima. Tuttavia, la direttiva contiene anche delle disposizioni per evitare che gli aggregatori di notizie ne abusino. Lo “snippet” può quindi continuare ad apparire in un newsfeed di Google News, ad esempio, o quando un articolo è condiviso su Facebook, a condizione che sia “molto breve”. Il caricamento di opere protette per citazioni, critiche, recensioni, caricature, parodie o pastiche è stato protetto ancor più di prima, garantendo che meme e GIF continuino ad essere disponibili e condivisibili sulle piattaforme online.
A chi non si applica la direttiva
Nel testo viene inoltre specificato che il caricamento di opere su enciclopedie online in modo non commerciale come Wikipedia, o su piattaforme software open source come GitHub, sarà automaticamente escluso dal campo di applicazione della direttiva. Le piattaforme di nuova costituzione (start-up) saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle più consolidate.
Diritti di negoziazione
Autori, artisti, interpreti o esecutori potranno chiedere alle piattaforme una remunerazione aggiuntiva per lo sfruttamento dei loro diritti qualora la remunerazione originariamente concordata fosse sproporzionatamente bassa rispetto ai benefici che ne derivano per i distributori.
Ricerca e beni culturali
L’accordo mira a facilitare l’utilizzo di materiale protetto da diritti d’autore per la ricerca che si basa sull’estrazione di testi e dati, eliminando così un importante svantaggio competitivo che i ricercatori europei si trovano attualmente ad affrontare. Viene inoltre stabilito che le restrizioni del diritto d’autore non si applicheranno ai contenuti utilizzati per l’insegnamento e la ricerca scientifica. Infine, la direttiva consentirà l’utilizzo gratuito di materiale protetto da copyright per preservare il patrimonio culturale. Le opere fuori commercio possono essere utilizzate quando non esiste un’organizzazione di gestione collettiva che possa rilasciare una licenza.