L’Ue dovrebbe dotarsi di strumenti per monitorare la censura su Internet da parte dei regimi autocratici, secondo quanto affermano i deputati in una risoluzione, approvata mercoledì, sulla relazione annuale sui diritti dell’uomo per il 2010. Il Parlamento chiede nuove norme per responsabilizzare le aziende europee che commerciano prodotti che possono essere utilizzati per bloccare l’accesso ai siti web e controllare le comunicazioni via cellulare. L’Italia è citata nella relazione fra i paesi che devono migliorare la cooperazione con il corte penale internazionale
"C’è una gara fra chi vuole sfruttare i nuovi media per finalità di libertà e chi per la repressione. Non esito ad affermare che Vodafone deve imparare dall’offerta fatta da Mubarak”, spiega il relatore Richard Howitt (S&D, Uk) con riferimento alla decisione presa da Vodafone di sospendere le comunicazioni sul suo network, su richiesta del regime di Mubarak qualche settimana prima della rivoluzione in Egitto.
La risoluzione chiede alla Commissione di proporre, entro il 2013, regole europee per migliorare il controllo delle esportazioni dall’Ue di quegli strumenti o servizi che possono essere utilizzati per censurare la navigazione, bloccare l’accesso ai siti e monitorare le comunicazioni su cellulare.
La Primavera araba ha mostrato il potenziale di Internet e dei social media per esercitare il diritto alla libertà d’opinione e espressione, dicono i deputati, che chiedono anche maggior impegno nel promuovere la libertà dei media e proteggere i giornalisti e i blogger indipendenti.