STRATEGIE

Acquisizione Fitbit, le mani di Google sull’industria sanitaria

Il take over della società di wearable assolve a un doppio obiettivo: la competizione con Apple sul fronte hardware. Ma soprattutto l’ingresso in un mercato da 3,5 trilioni di dollari. Molte le incognite regolamentari: dalla privacy alla concorrenza

Pubblicato il 04 Nov 2019

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Non rappresenta solo il tentativo di recuperare terreno nel mercato dell’hardware, l’annunciato super-investimento di Google in Fitbit – società che produce smartwatch e wearable. E sì che il colosso di Mountain View, osservano gli analisti, ne avrebbe bisogno: sia per reggere la competizione con il campione dell’hardware Apple. Sia per colmare il gap provocato da una serie di operazioni semi-fallimentari sul mercato, da Motorola a Netlab. Il vero obiettivo dell’acquisizione di Fitbit potrebbe però essere un altro: l’ingresso nel settore dell’assistenza sanitaria, un mercato da 3,5 trilioni di dollari. Anche se con una serie di incognite regolamentari.

L’hardware di Google, tutte le operazioni flop

Google ha annunciato nei giorni scorsi l’acquisizione di Fitbit per 2,1 miliardi. Un’operazione valutata con diffidenza dai mercati e interpretata come un rilancio in un settore – l’hardware – dominato da Apple. L’hardware non ha mai fatto la parte del leone, nel business di Google che anzi ha accumulato una serie di investimenti dall’esito incerto: dall’acquisto del colosso di smartphone Motorola all’ormai defunto Google Glass.

Nel 2007 Google ha abbandonato ogni velleità nella produzione di smartphone annunciando di rilasciare Android all’ecosistema di produttori, per poi cambiare strategia nel 2011 acquisendo Motorola per 12,5 miliardi di dollari. Per poi rivenderla nel 2014 a Lenovo per 2,9 miliardi.

Anche le acquisizioni nella domotica si sono rivelate parzialmente dei flop: nel 2013 ha acquisito Nest Labs, società di termostati smart, per 3,2 miliardi, diventata – con la gestione Google – fulcro della linea di prodotti per la casa intelligente, ma non sufficiente a competere. Allo stesso modo è finita in un vicolo cieco (probemi di privacy soprattutto) la produzione dei Google Glass. Così come ha faticato a farsi largo sul mercato lo smartphone Pixel.

Ma gli investimenti sono proseguiti: a gennaio, la società ha annunciato il suo piano di acquisto di brevetti – per 40 milioni di dollari – per la tecnologia smartwatch di Fossil Group.  In realtà “Google vuole da sempre entrare nel mercato degli wearable – commenta Sonny Vu, fondatore della società di investimento Alabaster (ex presidente e Cto di Fossil) -. Dicono che l’hardware è un mercato difficile. Ma il difficile è competere contro Apple”.

Google, obiettivo i dati sanitari

“Google vuole essere ovunque, in casa e nella vita” dice Sean Dempsey ex stratega delle fusioni e acquisizioni di Google -. Si tratta di un tema caldo per molte aziende che puntano a essere al tuo polso, sul tuo corpo”.

Fitbit potrebbe rivelarsi una porta d’accesso a un mercato miliardario. Nonostante Fitbit continui a “languire” dietro Apple Watch, ha venduto 100 milioni di dispositivi in grado di raccogliere dati di altissima qualità: una potenziale miniera d’oro per il settore sanitario, compresi ricercatori e assicuratori. La specializzazione di Google nell’estrazione di valore dai dati potrebbe fare il resto.

Una strategia che si sposa con l’espansione delle ricerche di Alphabet in scienze della salute e della vita. I progetti includono focus mirati su studi clinici, intelligenza artificiale in ambito medico e ottimizzazione dei risultati di ricerca relativi alla salute. Di recente l’azienda ha ingaggiato due ex funzionari della salute di Obama, Karen DeSalvo e Robert M. Califf.

Google-Fitbit, gli ostacoli regolatori

Ma Google dovrà vedersela con una serie di ostacoli. Le sue acquisizioni sono sotto controllo dalle autorità anche negli Usa. “La proposta di acquisizione fornirebbe a Google più potere nella gestione delle informazioni più sensibili , dalla posizione degli utenti ai dati sanitari, configurando così un aumento di potere nel mercato online”, dice deputato americano David Cicilline.

Anche l’Italia si è fatta sentire. “Con l’acquisizione di Fitbit si prospetta una concentrazione pericolosa nel controllo dei dati – ha detto Antonello Soro Garante Privacy –. Si va nella direzione di una sempre più spinta concentrazione nell’economia digitale, direzione opposta a quella tra l’altro indicata anche dalla risoluzione del Parlamento europeo del 2017 contraria a questi processi. Il controllo di un così grande patrimonio informativo produce – come nel caso degli altri giganti del web – un potere abnorme nella disponibilità di pochi soggetti privati che incide negativamente sulla tenuta delle democrazie nel pianeta”.

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