Il Giappone vuole tornare leader dell’alta tecnologia e lo fa puntando sulla Internet of things abilitata dal nuovo standard mobile 5G: con questo obiettivo il colosso nazionale Toshiba ha annunciato il lancio di una piattaforma tecnologica per la IoT chiamata ifLink Open Community. La maxi-alleanza include un centinaio di imprese e istituzioni giapponesi, tra cui il colosso delle telecomunicazioni e degli investimenti in innovazione SoftBank, l’operatore mobile Kddi, la società di servizi Tokyo Gas, il gruppo dell’elettronica Kyocera, ma anche start-up e università. La piattaforma sarà formalmente attiva alla fine di marzo 2020, riporta Nikkei Asian Review.
L’iniziativa di Toshiba è un passo importante per l’industria tecnologica giapponese che ha perso il primato nell’elettronica raggiunto alla fine del secolo scorso a vantaggio dei rivali americani e, poi, cinesi e coreani. Ora il settore hitech nazionale è in affanno: le innovazioni nascono all’estero e mancano le competenze. Il 90% delle aziende giapponesi ha detto di non avere a disposizione sufficienti specialisti in information technology, ha mostrato un recente dossier del governo.
Spinta sulla commercializzazione
La ifLink Open Community dovrà dimostrare che il Giappone è pronto per riprendersi un posto da protagonista nell’hitech mondiale. Il vantaggio dell’alleanza, ha sottolineato Toshiba, è che le aziende che partecipano potranno contare su tecnologie già pronte per lanciare i loro servizi IoT, senza dover progettare tutto dall’inizio. Potranno così contare su brevetti e conoscenze collaudate e velocizzare la commercializzazione: i prototipi possono essere sviluppati in uno o due giorni mettendo insieme prodotti già esistenti. La partnership farà anche leva sulle reti di comunicazione mobile 5G, che rendono la connettività più veloce, affidabile e efficiente e moltiplicano i casi d’uso per gli oggetti connessi, sia a livello industriale che consumer.
I partner della community di ifLink pagheranno una quota annuale per beneficiare dei kit tecnologici a disposizione: la fee varierà dai 30.000 ai 3,6 milioni di yen (da 277 a 33.000 dollari) a seconda di fattori quali la dimensione d’impresa e gli utilizzi.
Sulle orme di Amazon
Il modello seguito da Toshiba con questa iniziativa è lo stesso di Amazon.com, che offre ai produttori di dispositivi smart dei kit che includono le tecnologie di intelligenza artificiale del colosso americano (tra cui tutto quello che serve per includere l’assistente vocale Alexa). Il programma di Amazon ha aiutato a portare sul mercato 85.000 prodotti IoT.
Toshiba e i suoi partner intendono stimolare un ecosistema altrettanto ampio e vivace, anche trovando utilizzi innovativi per tecnologie esistenti. Sensori che avvisano i proprietari di perdite d’acqua negli edifici, sistemi che rilevano il passaggio dei visitatori all’ingresso dei musei per far partire visite guidate in realtà aumentata, chiavi per aprire la porta di casa che attivano automaticamente luci e aria condizionata e applicazioni per lo smartphone che permettono di monitorare le condizioni di salute degli anziani sono solo alcune delle applicazioni citate dal consorzio.
Toshiba creerà anche un sito Internet dove i consumatori potranno visionare i diversi prodotti sviluppati dai membri dell’alleanza giapponese della IoT e comprarli.
Secondo le stime di Idc, il mercato globale della Internet of things valeva 646 miliardi di dollari l’anno scorso. Nel 2022 macinerà un giro d’affari superiore ai 1.000 miliardi di dollari.