"La nuova gara per le frequenze? Così com’è congegnata rischia di escludere Mediaset in partenza. È assurdo. Sembra di essere tornati ai tempi in cui Paolo Gentiloni era ministro. Al momento una cosa sola è certa: sarà un’asta al ribasso". Lo afferma Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset, in un’intervista al quotidiano "La Repubblica" in edicola oggi. "Decideremo se partecipare o no all’asta quando l’Agcom fisserà i paletti reali", sottolinea.
"Il tetto ai cinque multiplex rischia di mettere fuori gioco prima del via sia Mediaset che la Rai. Un assurdo, visto che siamo le due aziende italiane, una privata e una pubblica, che investono di più in contenuti e in frequenze. Non è giusto escluderci a priori", aggiunge Pier Silvio Berlusconi, per il quale "tra l’altro se escludi dall’asta i due maggiori player sul mercato tricolore, di che asta parli? Se il governo, visto lo stato dei conti pubblici, vuole davvero massimizzare le entrate, la decisione di fare a mono di noi e di viale Mazzini rischia di rivelarsi un boomerang".
"Di sicuro difenderemo fino in fondo il nostro diritto a presentare un’offerta", aggiunge Pier Silvio Berlusconi che però sottolinea poi: "In teoria non abbiamo bisogno di queste frequenze, potremmo andare avanti benissimo a fare il nostro mestiere con quelle che abbiamo. Ma si tratta sempre di un valore in vendita ed è fondamentale non perdere opportunità come queste in un mercato che sta cambiando pelle molto rapidamente".