Sproporzionata la raccolta dati effettuata con la fattura elettronica. Il monito arriva dal Garante Privacy che ha depositato in Commissione Finanze della Camera una memoria sulle nuove norme di archiviazione dei dati dei file xml, previste dal Decreto Fiscale 2020.
In particolare, il Garante si sofferma sul meccanismo dei controlli automatizzati ai fini antievasione che richiederebbero la memorizzazione e l’elaborazione di dati dalle fatture elettroniche, tra cui “non dovrebbe rientrare il campo contenente la descrizione dell’operazione oggetto di fattura”. Queste info contenenti dettagli sulla natura, la quantità e la qualità dei beni o dei servizi fatturati, oltre a presentare un possibile danno di privacy per gli interessati, non “si prestano ad elaborazioni massive essendo un campo a testo libero e non strutturato, che richiede, invece, un esame puntuale, caso per caso, del contenuto”, scrive Antonello Soro.
Il Garante solleva i rischi derivanti da possibili attacchi informatici: serve garantire le opportune misure di sicurezza mediante un atto normativo.
“Le necessarie misure volte a evitare che un patrimonio informativo così sensibile sia esposto a rischi di esfiltrazione o attacchi informatici dovrebbero, peraltro, essere individuate con atto normativo ai sensi dell’art. 6, par. 3, del Regolamento, e non già con i previsti provvedimenti della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle entrate” indicati nel decreto fiscale”, scrive Antonello Soro.
Cosa prevede il decreto fiscale
La norma contenuta nel decreto fiscale consente una registrazione dei file delle fatture elettroniche per gli otto anni successivi a quello di presentazione della dichiarazione di riferimento o alla conclusione di eventuali giudizi. Questa memorizzazione è finalizzata a ridurre il rischio evasione in modo da rendere i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di finanza sempre più efficienti.
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è intervenuto sul tema sollevato dal Garante della Privacy parlando dell’anonimometro previsto nella Legge di bilancio secondo il quale si prevede un’anonimizzazione di alcuni dati del contribuente. Questo provvedimento, oltre a tutelare la privacy dei cittadini dovrebbe portare ad un risparmio di circa 125 milioni, una cifra giudicata “realistica” dal ministro, perché basata su una stima “molto prudente”.