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Il futuro delle telco è “agile”. Ma la strategia è ancora da costruire

La nuova metodologia di sviluppo software, secondo Boston Consulting Group, è la soluzione numero uno per aziende che devono stare al passo con il rapido cambiamento tecnologico e di business

Pubblicato il 08 Nov 2019

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La metodologia Agile per lo sviluppo del software (popolarizzata con il Manifesto for Agile Software Development del 2010) è nata in ambiente informatico dalla frustrazione di alcuni quotati sviluppatori front e back-end, rallentati dai modelli di sviluppo tradizionale, che richiedono procedure e approcci con progetti di lungo respiro. La disponibilità di tecnologie sempre più sofisticate e cloud, il conseguente modello di sviluppo DevOps, permettono un approccio completamente differente che è stato formalizzato nei principi per lo sviluppo del software in modo “Agile”. Da allora, lo sviluppo del software in numerosi ambiti dove tradizionalmente i progetti richiedevano mesi se non anni di pianificazione ed esecuzione, è enormemente accelerato, portando a maggiore velocità di reazione alle esigenze di mercato, sviluppo di nuove tecnologie, possibilità di innovare prendendo rischi ed eventualmente – se l’innovazione non si materializza o non ha successo – chiudere altrettanto velocemente i nuovi progetti con costi complessivi estremamente limitati rispetto al passato.

Tutto questo ha creato un contesto al quale le compagnie di telecomunicazioni si sono approcciate solo di recente e che in teoria permetterebbero anche a queste aziende, notoriamente conservatrici sulla metodologia di sviluppo dei progetti, di accelerare con costi molto contenuti e mettersi alla pari con il moderno contesto tecnologico, che vede sempre più spesso il bisogno di rapidi mutamenti e adeguamenti a nuovi paradigmi tecnologici o a nuove istanze di mercato.
Tutto questo, spiegato in una ricerca condotta dalla società di consulenza americana Boston Consulting Group, sta accadendo ma lentamente e non in maniera completa. Molto spesso invece, secondo la IT benchmarking study (TeBIT) di BCG che è stata completata lo scorso settembre, i principi dello sviluppo software Agile vengono recepiti ma non correttamente o completamente applicati.

A fronte di possibili accelerazioni del time-to-market da due a quattro volte, un aumento della soddisfazione della clientela di quattro volte, e una riduzione dei costi di sviluppo del 15-25%, le telco stanno cercando di implementare la metodologia aggiungendo strumenti e sviluppatori specializzati, ma non sempre riescono. Principalmente perché, sostiene il rapporto TeBIT, non c’è un impegno e una determinazione completa nel portare avanti la metodologia Agile, che spesso viene incastrata all’interno di ambiti di sviluppo tradizionale, tipicamente di approcci di tipo “waterfall”, soprattutto per i dipartimenti IT delle telco di dimensioni maggiori.

Tutto questo nonostante la trasformazione in corso dell’approccio delle telco ai mercati, che le sta rendendo società sempre più “agile”, nel senso che un terzo del fatturato 2918 delle telco partecipanti al TeBIT viene da fonti non tradizionali, come ICT e altre modalità di offerta di servizi non legati al core business delle telco.

Inoltre, secondo il rapporto di BCG, le telco hanno difficoltà a seguire metodologie condivise con il resto dei settori industriali quando si tratta di fornire metriche condivise basate su insiemi standard di KPI, e invece misurano la performance sulla base di sistemi ad hoc pensate per i singoli gruppi di lavoro e i singoli progetti. Senza KPI condivise il feedback loop alla base del meccanismo Agile non funziona e la metodologia non offre una accelerazione del business perché non incentiva l’attività rispetto ad altri approcci.

Infine, BCG nota che nel settore la metodologia Agile sta avendo coefficienti di penetrazione differenti da telco a telco e da paese a paese, ma lo fa comunque sempre o praticamente sempre in maniera incompleta, tralasciando parte dei cambiamenti tecnici e soprattutto culturali e trasversali all’interno di tutta l’azienda.

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