Google ha comprato CloudSimple, azienda del cloud computing con cui Big G aveva già un’alleanza che le ha permesso di spingere sui prodotti per il cloud ibrido e le integrazioni delle applicazioni VMware.
CloudSimple, infatti, ha sviluppato la soluzione VMware Cloud Foundation per implementare e gestire il cloud ibrido e la Google Cloud VMware Solution per portare facilmente nella nuvola di Google strumenti e database che si trovano on-premise; la partnership siglata a luglio con VMware e CloudSimple ha permesso a Google Cloud di supportare questo prodotto. A pochi mesi dall’accordo, l’acquisizione di CloudSimple è il suggello alla spinta di Google sul cloud ibrido e sul potenziamento degli strumenti offerti alle aziende per spostare le operazioni oggi svolte in sede verso la nuvola di Google. Si tratta di un fattore strategico per concorrere con rivali del calibro di Amazon Aws e Microsoft Azure.
Non sono stati svelati i termini finanziari della transazione, ma i media Usa sottolineano che CloudSimple offre supporto anche per i clienti del cloud di Microsoft e non è chiaro se tale supporto verrà conservato anche dopo la chiusura dell’acquisizione da parte di Google.
Applicazioni VMware nel Google Cloud
Google scrive nel suo blog post ufficiale che molte aziende usano VMware nei loro ambienti on-premise per gestire ogni genere di workload: applicazioni business come Erp e Crm; database come Oracle e SQL Server; ambienti di sviluppo e test; desktop virtuali; sistemi di reportistica e analytics. Grazie all’alleanza di Google con CloudSimple, i clienti di Google possono migrare i loro workload VMware dai datacenter in sede alla Google Cloud VMware Solution creata da CloudSimple, ottenendo la stessa efficienza dalle loro applicazioni ma aumentando la flessibilità grazie al cloud. Il colosso di Mountain View sottolinea di credere in un “mondo multicloud” e dice che continuerà a offrire ai clienti la più ampia scelta possibile di tecnologie nella loro migrazione alla nuvola.
Faro del regolatore sul cloud di Google: il caso Ascension
L’acquisizione di CloudSimple arriva mentre il Congresso degli Stati Uniti alza la vigilanza su un’altra operazione legata al cloud di Google, l’accordo con Ascension Health nella sanità digitale che, secondo quanto denunciato dai media Usa, metterebbe a rischio la privacy dei dati dei pazienti della catena di ospedali americana.
Sotto i riflettori c’è in particolare il progetto pilota “Nightingale”, che sta testando strumenti per aiutare i medici e gli infermieri di Ascension ad accedere in modo più veloce alle informazioni sui pazienti, trovando più rapidamente i dati rilevanti e ottenendo un quadro clinico unificato.
Il deputato Democratico Frank Pallone Jr., presidente della commissione Energy and Commerce della Casa dei rappresentanti, insieme ad altri tre membri Democratici della commissione, ha scritto a Google e ad Ascension Health chiedendo di chiarire, entro il 6 dicembre, come l’azienda ospedaliera usa i dati dei pazienti conservati sul cloud.
Google Cloud ha assicurato di aver integrato gli standard sulla privacy dell’Hipaa (Health insurance portability and accountability act), la legge federale sulla protezione dei dati sanitari, e ha garantito che i dati oggetto dell’accordo non saranno utilizzati per alcuno scopo pubblicitario né saranno condivisi con altri clienti di Google o uniti a quelli di altri consumatori.
Dubbi sulla privacy dei dati
Ma i quattro deputati della commissione Energia e commercio della Camera affermano nella loro lettera che restano dubbi su quali dati esattamente siano conservati da Google, quali dipendenti di Google abbiano accesso ai dati e in quale misura i pazienti siano stati informati dell’accordo tra Google e Ascension. Il Wall Street Journal ha scritto che 150 dipendenti di Google hanno accesso ai dati sensibili di 50 milioni di pazienti e che questi non sono stati informati. Google ha replicato che “un numero limitato di dipendenti di Google ha ottenuto l’autorizzazione di Ascension” ad accedere ai dati: si tratta di specialisti che dovranno implementare gli strumenti richiesti dalla catena ospedaliera.
Big G ha anche affermato che i dati dei pazienti sono conservati in strutture chiuse, ad accesso controllato e trattati in base a “severe linee guida su privacy, sicurezza e finalità di utilizzo”. Ma per alcuni dipendenti di Ascension alcuni strumenti che Google usa per importare ed esportare i dati non sono in linea con gli standard dell’Hipaa.