Un aumento del Pil di otre 1 punto percentuale. Tanto vale la “partita” della connettività guidata dall’intelligenza artificiale. È quanto emerge dal Global Connectivity Index (GCI) 2019 a firma di Huawei secondo cui il giro d’affari aumenterà notevolmente nei Paesi che nella classifica hanno ottenuto un punteggio superiore a 65. L’intelligenza artificiale – evidenzia il report – rappresenta uno dei quattro fattori chiave che favoriscono la smart connectivity, insieme a banda larga, cloud e all’ecosistema più vasto dell’Internet of things.
L’Italia sopra la media mondiale, ma non basta
L’Italia con 57 punti è tra i Paesi classificati come “Adopters” e si colloca al 27 ° posto nel GCI 2019 – su 79 Paesi presi in esame (che rappresentano il 95% del Pil globale e l’84% della popolazione mondiale) – guadagnando una posizione rispetto al 2018.
Gli indicatori posizionano il nostro Paese leggermente al di sopra della media globale. La copertura del 4G è migliorata di 1 punto rispetto allo scorso anno. E l’Italia ha uno dei più alti tassi di utilizzo della telefonia mobile nel mondo, anche se le reti 4G italiane sono ostacolate dalla mancanza di copertura geografica. Dal report emerge come siano necessari maggiori investimenti per servire la crescente base di utenti, il che è particolarmente importante dato che il governo vuole includere più residenti rurali nei suoi piani digitali. In Italia – emerge sempre dal report – c’è un crescente interesse per gli investimenti nel cloud computing. È stimata inoltre una domanda ulteriore di e-commerce, server sicuri e migrazione cloud. Gli indicatori hanno anche rilevato una migliore esperienza utente nelle aree di e-government e abilitatori ad alta tecnologia come l’analisi AI e IoT. Il GCI 2019 prevede anche che il mercato IoT in Italia crescerà costantemente. Il settore delle nuove tecnologie connesse sta assumendo dunque sempre più un ruolo decisivo nell’economia italiana.
“Attualmente stiamo osservando come l’integrazione di 5G, AI e cloud stia ridefinendo la connettività”, commenta Kevin Zhang, Cmo of Huawei Ict Infrastructure. “Poiché la connettività intelligente sta accelerando lo sviluppo dell’economia digitale, le autorità governative e i leader di settore dei Paesi classificati come “Starters” e “Adopters” dovrebbero accogliere le nuove tecnologie, dare priorità ai progetti di trasformazione digitale a livello nazionale e beneficiare della collaborazione globale. Allo stesso tempo, la connettività intelligente potrebbe essere la risposta a molte delle sfide contemporanee più ardue e profondamente radicate della società, tra cui quelle del cambiamento climatico e della diseguaglianza economica. Huawei conferma il suo impegno a sostegno di una maggiore accessibilità di tecnologie, applicazioni e competenze per rendere ogni individuo, casa e organizzazione partecipe dei benefici offerti dalla connettività intelligente”.
L’effetto moltiplicatore che mette in moto l’economia
Secondo il report non appena un Paese raggiunge 35 punti nel GCI, oltrepassa la soglia oltre la quale si verifica un effetto moltiplicatore della crescita del Pil in rapporto agli investimenti nelle tecnologie Ict. L’edizione 2019 ha evidenziato come l’effetto del punto di flesso si ritrovi anche nei Paesi che si collocano in cima alla curva a forma di S. Per i Paesi con un punteggio GCI superiore a 65, la curva a S infatti riprende ad aumentare. In altre parole, questi Paesi stanno entrando in un nuovo ciclo di crescita. Infine, le nazioni con i punteggi più alti di GCI possono sfruttare la connettività intelligente per accelerare la crescita economica fino a 2,4 volte più velocemente rispetto agli altri Paesi per ogni punto di miglioramento del GCI.
Il potenziale positivo dell’IA può stimolare la crescita economica e non sono solo le economie avanzate (“Frontrunners”) a beneficiare della connettività intelligente. Dalla ricerca GCI 2019 emerge infatti che tutti i Paesi – in ogni fase del loro sviluppo digitale – possono trarre vantaggio del potenziale impatto positivo dell’intelligenza artificiale sul Pil, quando sfruttato dai vari settori, imprese e organizzazioni.
Tuttavia, anche nel caso di frontrunner come il Giappone e gli Stati Uniti che dispongono di infrastrutture Ict all’avanguardia, si è appena cominciato a far leva sull’enorme potenziale dell’IA. L’adozione dell’intelligenza artificiale va a rilento anche in Paesi come Cina, Malesia, India, Spagna e Filippine, che nella ricerca risultano inseriti nelle categorie “Adopters” o “Starters”.
Cinque i ruoli chiave identificati per stimolare una crescita economica significativa nei Paesi classificati come “Starters” e “Adopters”: Decision Makers, Data Scientist, Data Collectors, aziende Ict e utenti finali. Attori, evidenzia il report, che devono collaborare trasversalmente con l’obiettivo di combattere la logica dei silos e assicurare il raggiungimento di risultati in tempi rapidi.