Per il momento i profili Twitter degli utenti che non sono attività da più di sei mesi non verranno rimossi dalla piattaforma. Ad annunciarlo è l’app di microblogging, che con l’occasione si scusa “per la confusione e le preoccupazioni generate” dall’annuncio che risale a pochi giorni fa e che dava tempo fino all’11 dicembre per adeguarsi.
A mettere la società sull’avviso di prendere tempo è il caso degli account che appartenevano a persone che nel frattempo sono decedute, e su cui i parenti non hanno al momento la possibilità di scegliere se cancellarli o se ad esempio renderli “commemorativi”, come accade per Facebook.
Twitter ammette con una serie di messaggi pubblicati sulla piattaforma che su questo aspetto c’è una “mancanza”, e rassicura gli interessati che nel caso specifico nessun account inattivo sarà rimosso “fino a quando non creeremo un nuovo modo per renderli commemorativi”.
Il tema dell’eliminazione degli account che non danno segni di attività rimane però in primo piano per l’azienda, dal momento che almeno per i residenti dell’Unione europea sarà necessario prendere decisioni se non altro per adeguarsi alle prescrizioni del Gdpr, il regolamento europeo per la protezione dei dati personali.
Proprio per questo motivo, quando il nodo che blocca la situazione sarà sciolto, Twitter inizierà a eliminare gli account proprio per i propri utenti nell’Ue, per poi eventualmente estendere la policy anche ad altri Paesi con l’obiettivo di assicurare “l’uniformità del servizio”.
Secondo l’annuncio dato da Twitter il 27 settembre l’intenzione del social sarebbe stata quella di cancellare i profili degli utenti inattivi da più di sei mesi, e di rendere successivamente il loro nome utente disponibile per altre persone. “Come parte del nostro impegno a servire la conversazione pubblica – aveva detto un portavoce della società – stiamo lavorando per eliminare gli account inattivi, in modo da presentare informazioni più accurate e credibili di cui le persone possano fidarsi”. La cancellazione, nelle intenzioni del social, sarebbe stata preceduta da un tentativo di contattare direttamente gli utenti, “per informarli che i loro account potrebbero essere eliminati in modo permanente a causa della prolungata inattività”.