Sony diminuirà i fornitori per i prossimi due anni per ridurre i
costi degli appalti di almeno 500 miliardi di yen e rispondere
così alla crisi globale.
Il gruppo giapponese ha annunciato che il risparmio previsto dai
tagli dei fornitori e dall'acquisto di quantità più elevate
dai restati fornitori a prezzi inferiori, è pari al 20% del
bilancio degli appalti dello scorso anno.
La rete di fornitori di Sony passerà così entro il 2.500 a 1.200.
Il piano, approvato da Howard Stringer, Cief Executive britannico
ricorda il taglio di un decennio attuato da una altro capo, Carlos
Ghosn di Nissan. Ghosn decise di dimezzare la rete di fornitori
Nissan nel giro di tre anni – cosa eccezionale per il Giappone –
contribuendo alla ripresa della casa automobilistica.
Atul Goyal, analista del CLSA, ha commentato la scelta di Sony
dicendo che gran parte delle proiezioni di risparmio sarebbero
state comunque raggiunte, perché i volumi di produzione di Sony
sono in crisi il che significa che il gruppo giapponese ha già
bisogno di un numero inferiore di componenti. Le vendite di lettori
musicali di Sony sono calate del 10% l'anno scorso mentre le
vendite di Handycam sono diminuite del 15%. Secondo l'analista
la decisione "è un passo nella giusta direzione, ma il vero
problema è che Sony non ha nemmeno una categoria di prodotto che
sia redditizia e in crescita. La scelta di tagliare le forniture
non cambierà di molto la situzione".
Secondo quanto scrive il Financial Times Sony è stato battuto su
due fronti, l'attuale recessione: per via di un forte calo
della spesa dei consumatori e un aumento nel valore del tasso di
cambio dello yen nei confronti del dollaro, che ha ridotto il
valore delle vendite all'estero che rappresentano la maggior
parte delle entrate della casa giapponese. Riguardo ai particolari
sui tagli, Sony ha dichiarato che la decisione va ancora
formalizzata e che non so sa se le fortniture tagliate sono quelle
orientali, anche se ha aggiunto di volere fare più prodotti fuori
dal Giappone.
Sony ha subito una perdita operativa dell'esercizio che si è
chiuso nel mese di marzo pari a 228 miliardi di yen e per
quest'anno si prospetta una perdita di 110 miliardi, dati gli
oneri di ristrutturazione per via della chiusura di alcune
fabbriche e inviare migliaia di lavoratori in pperdita di questo
anno, dopo oneri di ristrutturazione di chiudere le fabbriche
emandare migliaia di lavoratori in prepensionamento. Se le
prospettive si avverassero sarebbe la prima volta che la Sony
subisce una perdita tale per due anni consecutivi dal 1958. Da poco
ha annunciato anche misure di ristrutturazione, che includono il
taglio di 16.000 posti di lavoro in tutto il mondo e la chiusura di
otto dei suoi 57 impianti di produzione, per ridurre i costi fissi
di oltre 300 miliardi di yen.
L'anno scorso Sony ha speso 2,500 miliardi per i componenti,
che vanno dai microchip agli involucri di plastica per la sua
PlayStation3.