STRATEGIE

Amazon spinge sull’AI e punta sui chip di Arm

I Graviton 2 sviluppati dall’azienda britannica vanno a sostituire le architetture x86 di Intel utilizzate finora nei server del colosso di Seattle. Riflettori sul cloud

Pubblicato il 04 Dic 2019

Multicloud

Se la legge di Moore è finita (nel 2005, apparentemente) e Intel non fornisce quello di cui i big del tech hanno bisogno per alimentare i propri giganteschi cloud, la soluzione è fare da soli. Come Apple, che progetta internamente i chip dei suoi smartphone e tablet forte dei volumi che le consentono di raggiungere lo stesso delle economie di scala svincolandosi dal tasso di innovazione delle sue aziende fornitrici, anche i big del cloud con le “nuvole” più grandi di tutte stanno seguendo la stessa strada. Come ad esempio la divisione AWS di Amazon.
Arriva quindi Graviton 2, la nuova generazione di chip basati sul design aperto della britannica Arm che adesso serve per i datacenter dove sostituisce le architetture x86 di Intel per carichi di lavoro che hanno a che fare con le grandi aziende.

L’azienda ha presentato nel corso del suo evento organizzato a Las Vegas varie novità tecnologiche tra le quali spicca la nuova generazione di Graviton che, secondo il Ceo di Aws Andy Jassy, è pensato per un utilizzo generalista e quindi non per le sole attività ad esempio di addestramento delle reti neurali o per altri tipi di calcoli specifici. Non è però stata ancora annunciata una data di rilascio.
La nuova generazione di Graviton arriva a un anno dalla nascita dei primi chip custom di Amazon, che viene utilizzato nei servizi di cloud computing EC2 (calcolo generale). Prima Amazon utilizzava in maniera pressoché esclusiva server con chip Xeon di Intel. Per l’azienda l’utilizzo dei Graviton diminuisce notevolmente il prezzo dei chip (almeno il 20%) e aumenta le performance del 40%.

A differenza dei processori di Intel e Amd, i nuovi Graviton presentati quest’anno sono ottimizzati per l’utilizzo di applicazioni native del cloud, utilizza una architettura multicore Neoverse a 64 bit con una serie di componenti custom progettate direttamente da AWS, ed è ingegnerizzata per funzionare in cluster di 64 CPU virtuali, utilizzare fino a 25 Gbps di rete e banda passante EBS da 18 Gbps.

«Quello che volevamo fare – ha detto Andy Jassy – era progettare dei chip con più capacità. Mentre molte aziende lavorano con chip x86 da molto tempo, volevamo spingere molto più avanti il rapporto prezzo performance». Intel e Amd rimangono partner di AWS per la realizzazione di altre tipologie di server. Amazon è la principale azienda del settore cloud a spingere così tanto per l’utilizzo di chip fatti su misura partendo dalla piattaforma Arm e progettati internamente: Google e Microsoft hanno infatti annunciato piani per l’utilizzo dei chip della rivale di Intel, Amd, che nel 2020 secondo gli analisti raggiungerà una quota del 10% nel mercato dei server cloud. La britannica Arm è stata acquistata nel 2015 dalla giapponese SoftBank.

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