Il 48% delle Pmi non protegge adeguatamente stampanti e device multifunzione collegati in rete, esponendosi così a un serio rischio di violazione dei dati oltre che naturalmente ai possibili conseguenti danni economici. A dirlo è una ricerca commissionata da Sharp e condotta da Censuswide che coinvolto diverse aziende con un numero di dipendenti compreso tra 10 e 250 in sette paesi europei (tra cui l’Italia, con un campione di 500 individui).
La ricerca fornisce dunque un quadro europeo del comportamento sull’uso delle stampanti in ufficio, e rivela che l’87% gli impiegati italiani non conosce i rischi potenziali a cui sono sottoposte le stampanti e le multifunzioni (Mfp) installate negli uffici, e non considera questi dispositivi pericolosi per la sicurezza della rete informatica. Inoltre, solo il 12% dei collaboratori ritiene che lasciare le stampe nel vassoio della Mfp sia un possibile rischio per la sicurezza dei dati.
Solo il 24% dei lavoratori italiani intervistati sa che le stampanti possono essere “hackerate” ed è a conoscenza di questo rischio per l’azienda. Il 48% ha affermato che le stampanti usate nei loro uffici non richiedono nessuna autenticazione e che chiunque può usarle liberamente.
A rischio soprattutto le società più piccole
Sharp, in risposta ai risultati di questa ricerca, ha pubblicato una guida gratuita alla sicurezza dei dati, sviluppata insieme all’hacker etico, Jens Müller intitolata “Come stampare in sicurezza nelle Pmi”. “Le stampanti sono ovunque”, afferma Müller in una nota. “Ogni società ne ha una e generalmente sono collegate alla rete aziendale, con il risultato che se non sono sicure diventano un facile bersaglio per gli hacker. Attraverso le stampanti e le Mfp non si può accedere solo ai documenti sensibili stampati, scansionati e inviati via fax, ma si corre il rischio di subire attacchi più sofisticati, che possono violare la rete di tutto l’ufficio. Gli hacker hanno solo bisogno di trovare l’elemento debole per sferrare l’attacco, assicurati che non sia proprio la tua stampante”.
La questione è ancora più rilevante per le imprese con meno di 50 dipendenti, che risultano meno propense ad adottare misure di sicurezza in loco. Il 62% delle imprese intervistate consente a chiunque di utilizzare la propria stampante, in confronto al 43% delle aziende più grandi (151-200 dipendenti). I settori che tipicamente gestiscono informazioni sensibili o riservate, come i dipartimenti legali, sono meno propensi a dotarsi di caratteristiche di sicurezza di base, con circa l’80% di impiegati che afferma di utilizzare liberamente i propri dispositivi.
Carlo Alberto Tenchini, Direttore Marketing e Comunicazione di Sharp Electronics Italia, sottolinea: “L’impatto della violazione dei dati, sia dal punto di vista finanziario che regolamentare, può essere devastante per le aziende, qualunque sia la loro dimensione. Dal momento che la nostra ricerca evidenzia che le imprese più piccole hanno meno risorse e minore capacità di affrontare il tema della sicurezza informatica, informare e preparare i dipendenti su questi rischi è davvero importante”.