IL CASO

Unbundling, l’Italia rischia la procedura di infrazione

La misura al vaglio della Commissione Ue: “Se i chiarimenti richiesti non fugheranno ogni dubbio partirà l’iter formale”, annuncia al Corriere delle Comunicazioni il portavoce Ryan Heath. Fra le ipotesi in campo la sospensione, per tre mesi, delle delibere Agcom e l’apertura di una seconda fase di indagini

Pubblicato il 26 Apr 2012

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“Se i chiarimenti richiesti dalla Commissione europea alle autorità italiane non saranno sufficienti a sgombrare il campo da dubbi, la Commissione potrebbe considerare l’apertura della procedura di infrazione nei confronti dell’Italia attraverso un iter formale”. È quanto dichiara al Corriere delle Comunicazioni Ryan Heath, portavoce della Commissione Ue in merito alla nuova norma sull’unblundling che prevede la disaggregazione dei servizi di manutenzione da quelli di accesso alla rete di Telecom Italia.

Il nodo da sciogliere resta quello del rispetto dell’autonomia e del potere discrezionale di Agcom in una materia, quelle delle Tlc, regolamentata a livello europeo e per questa ragione non passibile di interventi legislativi da parte del Parlamento su questioni già normate a livello Ue.

“La Commissione sta esaminando la legge italiana sull’ultimo miglio e ha chiesto chiarimenti all’Italia per verificare se sia stata pienamente rispettata la normativa Ue”, puntualizza il portavoce. “La Commissione sta anche monitorando l’implementazione della norma da parte di Agcom. L’Authority italiana dovrà notificare le misure alla Commissione come prevede la Direttiva quadro. In caso di dubbia compatibilità con la norma Ue la Commissione aprirà una cosiddetta seconda fase di investigazione, secondo quanto previsto dall’articolo 7 della Direttiva quadro. La Commissione potrebbe decidere di sospendere per tre mesi l’implementazione delle delibere Agcom fino a quando non saranno messe a punto – insieme con il Berec e la stessa Agcom – a le misure più appropriate”.

Il portavoce della Commissione puntualizza inoltre che Agcom “è vincolata dal quadro normativo comunitario sulle comunicazioni elettroniche, come ogni autorità nazionale di regolamentazione o altre autorità degli Stati membri. L’Agcom deve notificare le misure attuate alla Commissione, ai sensi della Direttiva quadro. Inoltre, Agcom deve imporre misure correttive sulla base delle questioni evidenziate, in attuazione dell’articolo 8 della Direttiva quadro, e solo dopo aver effettuato un’analisi approfondita di mercato”.

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