L'INTERVENTO

Jeff Bezos: “Non volteremo le spalle agli Usa”

Nonostante Amazon non si sia aggiudicata la maxi gara cloud del Pentagono da 10 miliardi, vinta da Microsoft, e a dispetto dei ricorsi in atto, il numero uno della compagnia accende i riflettori sul tema della sicurezza nazionale: “Le big tech devono essere alleate del Paese”

Pubblicato il 09 Dic 2019

HANDOUT - 24 April 2018, Germany, Berlin: Amazon founder and owner of the "Washington Post", Jeff Bezos (R) sitting onstage with CEO of Springer, Mathias Doepfner, during the Axel Springer award ceremony. According to the media group, the award honours Bezos visionary entrepreneurship in the internet economy and the systematic digitalization strategy of the 140-year-old American newspaper. Photo by: Daniel Biskup/picture-alliance/dpa/AP Images

“Se la Silicon Valley volta le spalle al Dipartimento della Difesa, il Paese è nei guai: semplicemente non può succedere”: Jeff Bezos si schiera a difesa della nazione.

Nella Silicon Valley progressista, ambientalista e pacifista, i contratti con “the man”, con il governo americano e soprattutto quelli con il Pentagono, cioè con i militari americani, sono visti come fumo negli occhi. Moltissimi ingegneri e imprenditori sono convinti che la tecnologia serva per portare il bene e soprattutto la pace nel mondo, e pensare che le intelligenze artificiali che rendono smart le case, le auto e i telefonini possano diventare armi per uccidere persone cozza contro tutto quello in cui credono.

Da qui gli scioperi e le contestazioni ad esempio avvenute dentro Google negli ultimi due anni con il progetto Maven, e analoghe situazioni che si sono presentate anche in altri contesti. E siccome la tecnologia è un mercato di cervelli, nessun big può permettersi di perdere i super-coccolati e super-pagati programmatori che con tanta difficoltà vengono strappati alla concorrenza e sono necessari per far funzionare i software nel cloud e rimanere in corsa con la concorrenza.

Jeff Bezos ha capito molto bene che le conseguenze di questo però sono una inversione di marcia da parte dei big del tech, che perderebbero lo stimolo a competere per le gare del Pentagono e non vorrebbero partecipare allo sforzo tecnologico a fini bellici. Uno sforzo che in alcuni ambienti statunitensi viene visto come la massima latina “Si vis pacem, para bellum”: se vuoi la pace, preparati alla guerra.

“Se i big del tech voltano le spalle al Dipartimento della Difesa, questo Paese è nei guai”, ripete Bezos. Lo ha detto al Reagan National Defense Forum nella Simi Valley, in California: “So bene che è una situazione complicata ma la volete una difesa nazionale che sia forte oppure no? Allora dobbiamo darci da fare per supportarla. Perché i buoni siamo noi, di questo sono veramente convinto”.

Amazon ha di recente affrontato una serrata polemica con il Dipartimento della Difesa per l’assegnazione dell’appalto miliardario Jedi (Joint Enterprise Defense Infrastructure Cloud) che a sorpresa degli osservatori e delle stesse aziende coinvolte, è stato assegnato a Microsoft, creando una coda di polemiche e ricorsi in tribunale.

Proprio rispondendo a una domanda su questo tema Bezos ha spiegato perché è importante da parte dei big del tech supportare i militari: “Guardate, capisco che siano problemi che generano emotive, va bene, non dobbiamo essere d’accordo su tutto. Ma c’è un unico modo per fare questa cosa, e questo modo è supportare il Dipartimento della Difesa. Questo Paese è importante”.

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