Ericsson ha concordato di pagare oltre 1 miliardo di dollari per patteggiare accuse di corruzione che spaziano in un periodo di 17 anni e toccano almeno cinque Paesi, dall’Asia al Medio Oriente. Lo rende noto il dipartimento di Giustizia Usa.
L’azienda ha ammesso di aver creato un fondo per regali di lusso, viaggi e divertimenti di funzionari stranieri per vincere commesse dalle società statali. Anche una controllata egiziana si è dichiarata colpevole in una corte federale di New York di aver cospirato per violare il Foreign Corrupt Practices Act (Fcpa) del 1977. Anche una controllata egiziana si è dichiarata colpevole in una corte federale di New York di aver cospirato per violare il Foreign Corrupt Practices Act del 1977.
“La condotta corrotta della Ericsson ha coinvolto dirigenti di alto livello e ha abbracciato 17 anni e almeno cinque Paesi allo scopo di aumentare i profitti”, ha dichiarato Brian Benczkowski, capo della divisione penale del dipartimento di Giustizia.
“Sono sconvolto da questi episodi passati – ha commentato il ceo di Ericsson, Börje Ekholm – La soluzione concordata con le autorità statunitensi ci consente di chiudere questo capitolo e guardare avanti per costruire un’azienda ancora più forte. L’accordo con la Sec e il DoJ dimostra che non abbiamo sempre rispettato i nostri standard nel fare business nel modo giusto. L’episodio mostra quanto sia importante rafforzare una cultura basata sul dialogo. Abbiamo lavorato instancabilmente per attuare un solido programma di conformità. E questo lavoro non si fermerà mai. ”
“In definitiva possiamo avere successo solo se abbiamo una radicata etica e cultura della conformità – ha sottolineato il presidente del cda Ronnie Leten – Sono fiducioso che con i passi significativi già intrapresi siamo meglio attrezzati per eseguire la nostra strategia senza compromettere i nostri valori”.
Secondo l’accusa, la compagnia svedese era coinvolta in uno schema per pagare tangenti, falsificare i libri contabili e chiudere un occhio sulla corruzione, in Paesi come Cina, Vietnam, Indonesia e Kuwait. Ericsson ha ammesso che nel periodo contestato aveva incanalato decine di milioni di dollari attraverso consulenti e fornitori di servizi in Cina, creando un fondo per regali di lusso, viaggi e divertimenti di funzionari stranieri per vincere commesse dalle società statali del settore. La legge americana riconosce la giurisdizione sulla corruzione delle società le cui azioni sono vendute alla Borsa Usa o se i reati interessano il territorio.
L’inchiesta di Sec e Doj
L’inchiesta copre un periodo che si chiude al primo trimestre 2017 e ha rivelato violazioni del Codice etico aziendale e dell’Fcpa in sei paesi: Cina, Gibuti, Indonesia, Kuwait, Arabia Saudita e Vietnam. L’Fcpa include disposizioni riguardanti due categorie di illeciti: condotte di pagamento illecito (come definite dall’Fcpa) e mancata trasparenza nei libri contabili e gestione dei flussi finanziari.
Nel corso delle indagini di Sec e DoJ per l’accertamento di eventuali illeciti, Ericsson stessa ha individuato al suo interno delle violazioni del proprio Codice etico aziendale e della Fcpa e ritiene che tali violazioni siano “il risultato di diverse manchevolezze”, inclusi “controlli interni inadeguati che hanno consentito a un numero limitato di dipendenti di eludere attivamente i controlli interni per scopi illegittimi”. Sono state adottate misure disciplinari, tra cui la risoluzione del rapporto di lavoro con alcune persone dello staff aziendale. Ericsson afferma di aver intrapreso azioni per ovviare alle carenze individuate e sta migliorando in modo significativo il suo programma Ethics & Compiance.
A settembre Ericsson aveva accantonato 1 miliardo di dollari in vista della chiusura della procedura di patteggiamento.