Proclamato lo stato di agitazione in Alpitel. La società lo scorso 12 dicembre ha formalizzato l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo per 100 dipendenti, riconducibili alle funzioni di staff e servizi, in particolare nella sede centrale di Nucetto (Cuneo) e in quella di Moncalieri (Torino), ma con potenziali esuberi che interessano quasi tutti centri periferici lungo il paese.
Il coordinamento delle Rsu e delle organizzazioni sindacali hanno dunque dichiara lo stato di agitazione nel gruppo, con il blocco immediato delle prestazioni supplementari e straordinarie eccedenti il normale orario di lavoro e lo svolgimento di assemblee in sciopero.
Secondo la Fiom “aprire la procedura il 12 dicembre, insensibili al calendario di fine/inizio anno, significa sottrarre al confronto tra le parti almeno 15 dei 45 giorni previsti dalla legge – il prossimo incontro è convocato per il 9 gennaio – ferma restando la disponibilità, dichiarata dalle organizzazioni sindacali e dalle Rsu, a confrontarsi anche durante il periodo festivo”.
Tutto ciò arriva dopo che lo scorso mese di settembre, il gruppo Psc ha rilevato l’intero pacchetto azionario di Alpitel con l’obiettivo di rilanciare la storica azienda. “Nell’unico incontro tra le organizzazioni sindacali e la nuova proprietà, avvenuto sempre a settembre, i referenti aziendali hanno espresso per sommi capi le volontà di sviluppo, non escludendo una riorganizzazione mirata, chiedendo il tempo necessario ad un’analisi approfondita di Alpitel (finanziaria, patrimoniale e organizzativa) con l’impegno preciso ad una riconvocazione del tavolo – spiega il sindacato – Impegno non mantenuto, visto che è stata unilateralmente sospesa l’applicazione dello smart-working e avviato l’accorpamento delle sedi di Psc e Alpitel senza alcuna comunicazione o confronto con le organizzazioni sindacali e le Rsu”.
Per la Fiom nella procedura di licenziamento collettivo c’è un pressoché totale disimpegno circa le ricadute sociali delle 100 persone dichiarate in esubero. “Per fortuna la legge in questo caso impone all’azienda di preoccuparsi delle richiamate ricadute sociali, che non possono essere ricondotte alla auto-ricollocazione del personale dichiarato in esubero, in virtù dell’alta professionalità maturata in Alpitel”, evideniza la nota sindacale.
I sindacati chiedono dunque di proseguire il confronto al ministero dello Sviluppo economico, sia sul piano industriale che per individuare soluzioni alternative ai licenziamenti e, alla luce di questa ennesima vertenza, aprire subito un tavolo di settore delle tlc.