Per raggiungere gli obiettivi indicati nell’Agebnda digitale italiana è indispensabile procedere ad alcuni interventi strutturali e "politici". A cominciare dalla definizione di strumenti per l’identificazione certa in rete dei cittadini e delle imprese e l’isituzione di un commissario straordinario per l’innovazione. E’ quanto suggerisce Livio Zoffoli, ex presidente del Cnipa, in un articolo pubblicato sul sito di Italia Futura.
Per attuare gli obiettivi dell’Agenda Digitale Italiana, ricorda Zoffoli, "sono stati istituiti sei appositi gruppi di lavoro orientati a: infrastrutture e sicurezza, e-commerce, e-gov/open data, alfabetizzazione informatica, ricerca e innovazione, smart communities"
È evidente l’intento del Governo "di dare impulso all’innovazione tecnologica nel Paese e di favorire la interazione online da parte di cittadini e imprese con le amministrazioni, nella consapevolezza che per la crescita è fondamentale il diffondersi di tali pratiche negli strati più vasti della popolazione e delle imprese. Alcune linee di azione sono contenute nel documento “Strategia EU2020–Agenda Digitale Italiana”. Ma tuttavia "occorre, tuttavia, tenere presente che per raggiungere gli obiettivi indicati è indispensabile procedere ad alcuni interventi strutturali".
Tra questi assume determinante significato la definizione e realizzazione di "uno strumento che consente la “identificazione certa” in rete dei cittadini e delle imprese che intendono interagire tra loro e con la pubblica amministrazione. Se non si provvede in tal senso continuerà la pratica, oggi diffusa, dell’identificazione “non univoca” in rete tramite “user name e password” con ovvi problemi di sicurezza e funzionalità".
Il Codice dell’Amministrazione Digitale aveva individuato quale strumento di accesso sicuro la Cns-Carta Nazionale dei Servizi che però "non ha raggiunto gli obiettivi fissati tanto che ad oggi la sua diffusione è praticamente nulla".
"Per l’identificazione certa in rete – coniglia Zoffoli – andrebbe ripreso e portato a compimento il progetto della Cie-Carta d’Identità Elettronica unificandolo con quello della tessera sanitaria in modo da dare al cittadino uno strumento di sicura e facile fruibilità garantendo, per altro, allo Stato un risparmio considerevole proprio grazie all’unificazione di due grandi progetti di struttura".
Un aspetto non secondario, anzi fondamentale, riguarda l’evoluzione della pubblica amministrazione in un quadro d’integrazione all digital. "Sono già passati troppi anni da quando il settore pubblico è stato dotato di strumenti operativi per realizzare la completa digitalizzazione della pubblica amministrazione". Il riferimento è a "rete di interconnessione nazionale, firma digitale, posta elettronica certificata, protocollo elettronico, servizi per la dematerializzazione, contratti quadro per la fruizione dei servizi in rete".
"L’inerzia delle amministrazioni, l’insufficiente spinta politica e la debole adesione dei manager pubblici hanno rallentato enormemente la trasformazione da una pubblica amministrazione tradizionale a una pubblica amministrazione digitale". E la conseguenza "è quella di dover sostenere gli inutili costi necessari per supportare la duplice organizzazione per le due tipologie di amministrazioni destinate a coesistere ancora per molto tempo se non si interviene tempestivamente"
Gli obiettivi dell’Agenda Digitale Italiana devono essere accompagnati da "interventi strutturali sulla pubblica amministrazione centrale e locale" perché "senza queste necessarie sinergie si corre il serio rischio di non mettere sul tavolo tutto quanto serve per una concreta e veloce modernizzazione del paese".
La giusta “autonomia” delle amministrazioni non può giustificare l’anarchia realizzativa degli strumenti che portano all’adozione di tecniche digitali difformi e, quindi, non interoperabili. "Ad esempio, il trasferimento di residenza online tra i Comuni del nostro Paese: se non si adottano tecnologie interoperabili questa giusta opzione resta una vaga chimera e, soprattutto, non consente la stessa velocità di marcia da parte dei singoli Comuni".
Una soluzione possibile consiste nella realizzazione "con strumenti di project financing, di centri servizi regionali i quali sarebbero deputati a dare servizi standardizzati a Regioni, Province e Comuni".
Soluzioni analoghe possono essere adottate per modernizzare le infrastrutture tecnologiche delle amministrazioni centrali "le quali risentono di stratificazioni accumulate negli anni e che è possibile rivedere ottenendo, al contempo, maggiore efficienza, maggiore sicurezza, costi molto inferiori (come con l’accorpamento dei centri di calcolo, servizi standardizzati, ecc.)"
Con questi interventi "senza oneri aggiuntivi per lo Stato, si otterrebbe anche di poter dare forte sviluppo al settore dell’Ict italiano, oggi in grave crisi occupazionale essendo necessari, per il complesso degli interventi, almeno un migliaio di nuovi addetti".
In sintesi, un’azione di tale portata richiede una funzione d’impulso, di coordinamento, di controllo "che oggi non esiste poiché vi è una disseminazione di competenze e responsabilità in diversi soggetti".
Data l’urgenza di effettuare interventi di grande spessore, in un settore così strategico per la crescita economica funzionale e civile dell’Italia, Zoffili considera necessaria l’istituzione di un "Commissario straordinario per l’innovazione e la pubblica amministrazione dotato dei poteri necessari e sufficienti per potersi avvalere in modo organico di strutture quali il Dipartimento per l’innovazione, Digitpa, la Consip e la Sogei".
Senza creare nuove strutture ridondanti e costose, con la semplice modalità dell’avvalimento dei citati uffici e società pubbliche sarebbe possibile conseguire, "in tempi veramente rapidi, quei risultati che il Governo e il Paese attendono ormai da troppo tempo".