TikTok sarà anche una delle dieci più importanti nuove tecnologie del 2010, come afferma la rivista Time, ma rimarrà off-limits per i militari statunitensi. A spiegare le motivazione che hanno portato a vietare l’app è il tenente colonnello Robin Ochoa, portavoce dell’esercito americano, sul sito military.com, sostenendo che l’applicazione “è considerata una cyberminaccia“ e che per questo non ne è consentito l’uso “sui telefoni del governo”.
Ma la decisione degli alti comandi militari statunitensi non è un fulmine a ciel sereno: sull’applicazione made in China si erano già concentrate le attenzioni di un gruppo di parlamentari Usa, che avevano recentemente chiesto di aprire un’indagine sull’azienda, molto popolare tra i giovani in tutto il mondo, tanto che lo stesso esercito l’aveva utilizzata per entrare in contatto con i più giovani. Una strategia che è stata sospesa dopo gli allarmi lanciati dal dipartimento della Marina e da quello della Difesa.
Al di là delle preoccupazioni sulla sicurezza dei dati, in ogni caso, TikTok è sotto la lente, negli Stati Uniti, anche del Comitato sugli investimenti esteri negli Stati Uniti, per motivi più strettamente commerciali e legati alla Trade War in corso tra il governo americano e quello cinese. L’indagine, in questo caso, rientra nel novero delle iniziative che sono state prese per analizzare le implicazioni, in termini di sicurezza nazionale, degli investimenti stranieri negli Usa. Nello specifico si vuole stabilire se se il governo cinese possa raccogliere – tramite l’applicazione – i dati degli utenti dell’applicazione o esercitare un controllo sui contenuti pubblicati.
TikTok nasce nel 2017 dalle ceneri di musical.ly, acquisita dalla società cinese ByteDance. Si tratta di un “ibrido” tra social e piattaforma per la pubblicazione di video, scaricata un miliardo e mezzo di volte dagli store online, che supporta 75 lingue e che è disponibile in 150 Paesi. L’età media degli utenti è relativamente bassa: il 60% di chi ne fa uso negli Stati Uniti, ad esempio, ha tra i 16 e i 24 anni. TikTok conta su uno “zoccolo duro” anche in Italia, dove vengono pubblicati sulla piattaforma, in media, 236 video al minuto.
Oltre al quartier generale in Cina, l’applicazione sta ora cercando una sede fuori dai confini nazionali: in ballo tra le possibili scelte ci sono al momento Londra, Dublino e Singapore. Tra le evoluzioni del servizio, infine, c’è anche l’offerta di musica in streaming a prezzi contenuti: è attiva in India e in Indonesia, ma potrebbe presto sbarcare su altri mercati per fare concorrenza a Apple Music e Spotify.