Si estenderà alle pendici del monte Fuji, sarà alimentata da celle a combustibile a idrogeno e si presenterà come un “laboratorio vivente” per testare e sviluppare auto a guida autonoma, robotica, smart home e intelligenza artificiale in un ambiente reale. E’ il maxi-progetto presentato da Toyota al Ces di Las Vegas per la sua città del futuro: “Woven City”.
La città sarà “pienamente sostenibile”: gli edifici saranno realizzati in legno per ridurre al minimo l’impronta di carbonio e saranno dotati di pannelli fotovoltaici sui tetti per compensare l’energia prodotta dalle celle a combustibile a idrogeno. Le case utilizzeranno sistemi di AI per monitorare la salute degli occupanti e migliorare la vita quotidiana. Sulle strade, solo veicoli completamente autonomi a emissioni zero.
L’obiettivo, ha detto James Kuffner che guida il Toyota Research Institute-Advanced Development, è creare città più sicure, più pulite, più vivaci e in grado di esportare il proprio modello nel resto del mondo.
Un archi-star come progettista
La città, che sarà progettata dall’archi-star danese Bjarke Ingels (ha disegnato gli uffici di Google nella Silicon Valley e Londra) sarà costruita a partire dal prossimo anno sulle fondamenta di una fabbrica di automobili e sarà popolata (inizialmente) da 2mila residenti costituiti da dipendenti e pensionati Toyota, scienziati, ricercatori.
Nessuna indicazione sui costi del progetto, ma l’azienda specifica che il budget è già certo e che saranno benvenute partnership con altre società. Il progetto rappresenta anche la sfida alle rivali grazie alle capacità di Toyota di mettere in campo ingenti risorse nel proprio Paese. Toyota Housing, una unit del Gruppo, ha venduto oltre 100mila case in Giappone nel corso di 37 anni.
“E’ il mio grande sogno”, ha detto il presidente Toyota Akio Toyoda: ”Certo non tutti saranno in grado di vedere i vantaggi di un progetto del genere. E si chiederanno: è la versione giapponese di Willy Wonka? Forse”.