Si diffonde sempre più rapidamente in Italia l’adozione di infrastrutture iperconvergenti (Hyper converged infrastructure, Hci). Seguendo un trend globale, infatti, aumenta anche nel nostro Paese l’esigenza da parte delle aziende di modernizzare e trasformare in chiave digitale i propri data center. Per molte organizzazioni alla ricerca di agilità, facilità di gestione e razionalizzazione dei costi, l’infrastruttura iperconvergente rappresenta oggi la migliore soluzione. A dirlo sono le ultime rilevazioni di Idc, secondo le quali il 70% delle imprese italiane vede nei sistemi iperconvergenti uno dei principali abilitatori della modernizzazione delle infrastrutture It, con particolare riferimento agli ambienti legacy.
Da tecnologie disruptive a standard di mercato per i data center
Le tecnologie Hci, si legge in una nota di Idc, hanno cominciato a diventare popolari una decina di anni fa, ma solo con la recente maturazione della tecnologia hanno iniziato a divenire lo standard de facto per il consolidamento di data center, la gestione di applicazioni business-critical e l’implementazione di cloud ibridi.
Molti clienti stanno implementando Hci sia per carichi di lavoro tradizionali sia per moderni workload con ordini di grandezza tipici del mondo web. Idc ritiene che l’adozione di Hci sia necessaria per poter compiere quel salto generazionale verso architetture software-defined e Api-driven in grado di portare vera automazione e intelligenza infrastrutturale nelle aziende, indispensabile per competere a livello applicativo e quindi di processi e servizi nell’economia digitale.
Un mercato che nel 2023 sfiorerà i 17 miliardi di dollari
Sull’onda dell’adozione in aumento, Idc ha stimato il mercato complessivo Hci pari a 12 miliardi di dollari nel 2019. Le previsioni vedono la spesa Hci crescere con un tasso medio annuo superiore al 20% da qui al 2023, con un mercato che proprio nel 2023 arriverà a valere 16,8 miliardi di dollari.