Ginni Rometty non sarà più il ceo di Ibm: la top manager lascia il posto di chairman, president e ceo che deteneva dal 2012 e sarà sostituita da Arvind Krishna, 57 anni, che sarà ceo e membro del Cda. Il cambio di guardia sarà effettivo dal 6 aprile. Attualmente Krishna è Senior vice president for cloud and cognitive software di Ibm. Krishna è stato anche l’artefice principale dell’acquisizione di Red Hat da parte di Ibm, la più grande operazione di M&A mai condotta dall’azienda (34 miliardi di dollari). James Whitehurst, senior vice president di Ibm e ceo di Red Hat, è stato a sua volta eletto nel cda come Ibm President, sempre a partire dal 6 aprile. Virginia Rometty, 62 anni, resterà in Ibm come executive chairman del board per tutto l’anno; poi andrà in pensione, dopo aver servito in Ibm per 40 anni.
La reazione del mercato
Il titolo Ibm si è apprezzato del 5% alla pubblicazione dell’annuncio da parte di Ibm. La Rometty ha spinto fortemente sullo spostamento del core business dell’azienda di Armonk verso i servizi cloud e il cognitive computing e si è disfatta di alcune attività ritenute non più strategiche, per esempio vendendo la divisione dei server di fascia bassa a Lenovo nel 2014. Ibm resta invece attiva nelle attività “tradizionali” del software per database e dei computer mainframe. Ma durante la sua guida le azioni di Ibm sono scese di circa il 26% mentre l’indice S&P500 è cresciuto del 160%. L’ultima trimestrale è stata tuttavia positiva: per la prima volta ricavi col segno più, mentre l’utile è quasi raddoppiato e cloud e cognitive computing sono cresciuti più di ogni altra divisione.
L’era del cloud e del cognitive
“Arvind è il giusto ceo per la nuova era di Ibm”, ha dichiarato la Rometty nella nota ufficiale di Ibm. “È un brillante esperto di tecnologia che ha svolto un ruolo molto importante nello sviluppo delle nostre tecnologie strategiche come intelligenza artificiale, cloud, quantum computing e blockchain. È anche un eccellente leader operativo, capace di ottenere successi oggi mentre costruisce già quelli di domani. Arvind ha fatto crescere l’attività Cloud and cognitive software di Ibm e ha guidato la più grande acquisizione della storia della nostra azienda”. La Rometty ha concluso che il nuovo ceo ha tutte le caratteristiche per “portare Ibm e i suoi clienti nell’era del cloud e del cognitive”.
Di Jim Whitehurst la Rometty ha detto che è “un leader di grande esperienza che ha posizionato Red Hat come il primo provider al mondo di soluzioni e servizi software open source per l’It enterprise”. Con Arvind e Jim, “il cda ha eletto un team dirigenziale con provate capacità tecniche e di business”, ha concluso la Rometty.
La Rometty ha reinventato metà del portafoglio Ibm
Virginia Rometty è diventata chairman, president e chief executive officer di Ibm nel 2012. La nota ufficiale afferma che la ceo ha fatto “coraggiosi cambiamenti per riposizionare Ibm e traghettarla nel futuro, investendo in segmenti ad alto valore del mercato It e ottimizzando il portfolio dell’azienda”. Nell’era Rometty Ibm ha acquisito 65 società, costruito capacità nei settori hybrid cloud, sicurezza, industry and data e Ai. “Ha reinventato più del 50% del portfolio di Ibm”, continua la nota, “e costruito un business nell’hybrid cloud da 21 miliardi di dollari e consolidato il predominio di Ibm nell’Ai, nel quantum computing e nella blockchain. Intanto ha ceduto attività che valevano 9 miliardi di dollari annuali di fatturato per concentrarsi su offerte integrate e con valore molto più elevato”. La Rometty ha anche “confermato Ibm come la voce più importante della nostra industria in fatto di tecnologia etica e protezione dei dati” e si è impegnata nella formazione di talenti e competenze digitali.
Più valore a Red Hat
“Arvind è il leader ideale per succedere a Ginni e portare Ibm e i suoi clienti in una fase dell’era del cloud e del cognitive”, ha affermato Alex Gorsky, chairman dell’Executive compensation and management resources committee del Cda, aggiungendo che il nuovo ceo ha capacità perfette di visione e esecuzione grazie alle competenze sia hitech che manageriali. Gorsky ha anche lodato le capacità di leadership di Jim Whitehurst che “aiuteranno Ibm a crescere e prosperare. Come president aiuterà Arvind e Ibm a continuare ad accelerare e estendere i benefici di Red Hat, assicurando al tempo stesso che Red Hat conservi la sua cultura specifica e il suo focus sull’innovazione nell’ambito open source”.