Pd e Terzo Polo uniti in nome dell’Agenda digitale. Per dare un contributo alla decisione del governo in vista della prossima approvazione del decreto Digitalia.
Paolo Gentiloni (Pd) e Roberto Rao (Terzo Polo) sono i primi firmatari della proposta di legge che insieme con quella del Pdl (si veda altro articolo in pagina) mira a ottenere un “testo unico”.
“Ci interessa lavorare in nome della convergenza”, spiega al Corriere delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, responsabile del Forum Ict del Pd. “Non si tratta di un match, per stabilire se prevarrà la proposta del Pd-Terzo Polo o del Pdl, ma siamo di fronte a proposte di iniziativa parlamentare il cui obiettivo è dar luogo nel più breve tempo possibile – entro i primi di maggio – a un testo unico in cui confluiscano le due diverse proposte”.
Quali sono i punti nodali e irrinunciabili dell’Agenda digitale?
Penso che il testo dovrà contenere alcune misure che implicano segnali forti. Primo, decidere che ogni anno c’è una legge per la promozione dei servizi digitali; secondo, il discorso dello switch off dei servizi nella PA; terzo, il tema del commercio elettronico, perché questo è il settore dei servizi online in cui l’Italia è di gran lunga più indietro nel contesto europeo, ma nel contempo ha un peso e un’importanza strategica, visto che l’economia è molto incentrata su esportazioni e commercio. Essere indietro in quella che sarà una componente di punta del commercio del futuro è sicuramente un handicap da superare che merita un segnale forte.
Che segnale forte proponete per promuovere l’e-commerce?
Quando proponiamo l’Iva agevolata per l’e-commerce, con un’aliquota secca al 20%, non si deve immaginare soltanto una perdita di gettito per l’Erario, derivante dall’abbassamento dell’Iva, che purtroppo non è enorme perché finora l’e-commerce è una percentuale modestissima del nostro commercio, ma si deve immaginare anche un incremento di gettito fiscale. È ovvio che il commercio elettronico è uno dei modi per fare affiorare partite che altrimenti sono in nero e che fanno di tutto per evitare la tracciabilità. L’Iva ridotta per l’e-commerce renderebbe molto più complicato evadere rispetto alle normali attività commerciali. Insomma, parte della copertura finanziaria per la realizzazione dell’Agenda digitale potrebbe derivare dal recupero di gettito connesso al decollo dell’e-commerce. Altri capitoli importanti sono le start up, il Fondo dei Fondi, l’educazione, il ruolo della Rai.
Ci sono le condizioni per arrivare ad un testo unico in tempi stretti?
Vedo notevole sintonia fra i due disegni di legge del Pd-Terzo Polo e del Pdl. Sintonia nell’agenda dei temi, anche se naturalmente alcuni sono più sottolineati nell’una e nell’altra proposta. E quindi si tratta di un lavoro piuttosto facile per ricavarne un testo unico.
Alcune materie affrontate nel progetto Pd-Terzo Polo non sono presenti nel progetto del Pdl e viceversa.
È evidente che bisogna lavorare sulle differenze. E su alcuni punti bisognerà elaborare una posizione comune. In particolare quelli che riguardano gli interventi in ambito PA: non credo che si possa rinunciare alla strategia basata sul cosiddetto switch off. Servirà un’indicazione di scadenze entro le quali finisce il doppio canale fra la carta e l’online nella PA: questo tema nella proposta del Pdl non c’è. Noi invece pensiamo che sia importante.
Diverso anche il modo in cui le due proposte affrontano l’e-commerce.
Nella nostra proposta il capitolo e-commerce è affrontato in maniera piuttosto radicale, ipotizzando un’agevolazione secca e consistente dell’Iva. Nella proposta del Pdl l’argomento è affrontato in modo più marginale. C’è qualche differenza più consistente “di principio” su argomenti come l’open source, su cui la posizione del Pdl è ad esempio molto più prudente. Ma al di là dei dettagli, il Parlamento ha una grande occasione per contribuire alle decisioni del governo per un’Agenda condivisa da tutti.