Fermatevi per non aiutare la diffusione del contagio, dice il governo. Ma Huawei non ci sta. L’azienda ha deciso di “affrontare” il coronavirus, continuando a lavorare come se niente fosse (più o meno) nonostante i richiami fatti dalle autorità cinesi, sia in sede locale che governativa nazionale.
L’azienda, dopo uno stop iniziale, ha deciso di riprendere la produzione delle apparecchiature per il mercato consumer e aziendale, inclusi la strumentazione per il mercato delle telco e gli apparecchi telefonici.
L’azienda ha ricominciato la produzione riaprendo le fabbriche subito dopo il termine del capodanno lunare cinese. In pratica, come se non ci fosse alcun coronavirus. L’azienda ha riavviato la produzione sfruttando una esenzione speciale che permette ad alcune aziende di tornare ad operare nonostante l’ordine di stop per intere città e province emanato da Pechino.
L’esenzione dallo stop ordinato da Pechino avviene sulla base delle singole aziende e del tipo di attività e ruolo economico che hanno.
Ad esempio, aziende di Shanghai che producono cibo o rifornimenti medici o che operano in settori rilevanti per l’economia nazionale possono continuare a lavorare, mentre altre no. E altre ancora hanno invece mantenuto la produzione attiva anche durante le festività del capodanno lunare cinese, un segnale questo di importanza critica dal punto di vista di Pechino per l’economia nazionale.
Oltre a Huawei ci sono anziende come Yangtze Memory Technology, che produce memorie flash ed è partecipata dallo stato cinese. La sede è a Wuhan, la città epicentro del contagio, ma l’azienda ha continuato a tenere gli stabilimenti aperti con pieno supporto del governo nazionale a ragione del suo particolare tipo di business.
Nessun contagio – a dirlo sono le fonti ufficiali. Le aziende avevano organizzato turni e gruppi di lavoro prima delle vacanze per superare indenni la pausa delle vacanze annuali cinesi, che più o meno bloccano quasi tutto il tessuto produttivo continentale e non solo.
Anche molte delle aziende straniere che producono in Cina, come ad esempio Samsung, sono riuscite ad evitare i blocchi e a continuare in maniera più o meno lineare la produzione.
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