ANALYSYS MASON

Frequenze, white space una fonte affidabile?

Analysys Mason: le porzioni inutilizzate di spettro nel mirino per scongiurare il pericolo di congestione delle reti mobili. Ma sono molti i fattori che le rendono a rischio

Pubblicato il 07 Mag 2012

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Il termine "spectrum crunch" continua a fare il giro del mondo quando si parla di crescita di traffico dati wireless e scarsità di spettro radiofrequenziale. Paesi come Australia, Danimarca e Usa hanno annunciato che entro i prossimi 10 anni avranno bisogno di 500Mhz in più di frequenze per poter offrire servizi di mobile broadband. Dove prenderli? Da più parti si indica negli white space la fonte aggiuntiva di spettro.

Gli white space più "prelibati" si trovano nella banda di frequenze "televisiva" (tra i 470 e i 790Mhz in Europa), scrive in un’analisi Morgan Mullooly di Analysys Mason: porzioni di spettro inutilizzato in specifiche aree geografiche, che potrebbero essere usate per servizi alternativi di wireless communication in quella stessa zona. Prelibate perché la fascia sub-1GHz della banda Uhf è più richiesta rispetto alle frequenze nelle bande sopra al Giga dato che presentano migliori caratteristiche di propagazione e pertanto richiedono un minor numero di siti per ottenere la copertura.

Esistono però molti punti interrogativi sia sul "quanto" gli white space siano effettivamente disponibili sia sul "per quanto tempo" rimarranno disponibili. Rispetto alla prima domanda, sappiamo per esempio che nelle aree rurali esistono più white space che nei centro urbani. Ofcom ha stimato che l’80% del territorio britannico presenta più di 40 MHz di spettro white space disponibile: alcune località presentano addirittura oltre 100MHz disponibili.

La disponibilità può essere influenzata dai seguenti sviluppi di mercato:

cambiamenti nei piani dei broadcaster. Se un broadcaster passa dai servizi Dvb-T a Dvb-T2 (lo standard per la diffusione di contenuti in alta definizione) e migra da reti multifrequenza a single frequency networks, la somma di white space diminuirà. La maggior parte dei paesi ha storicamente utilizzato le reti Mfn ma alcuni, come l’Italia (insieme ad Australia, Olanda e Uk), utilizzano lo Sfn. Il cambio a Sfn e Dvb-T2 è motivato dal desiderio di incrementare l’efficienza e assicurare un maggior numero di canali in un minor numero di frequenze.

secondo dividendo digitale: ogni eventuale proposta per assegnare spettro agli operatori mobili minaccia il potenziale di quantità disponibile di white space. Alcuni paesi europei come Finlandia, Francia e Uk stanno considerando un potenziale secondo dividendo digitale. Negli Usa la Fcc sta considerando l’ipotesi di nuove aste per sviluppare un meccanismo di mercato volontario per l’utilizzo di spettro Uhf broadcast al mobile.

Fornitura di spettro per reti pubblica security. Le reti in mobile broadband dedicate a servizi di emergenza richiedono nuovo spettro e a questo scopo gli white space vengono visti come possibili fonti.

L’effettiva disponibilità degli white space pone dunque problemi gravi. I principali stakeholder rimangono incerti sul loro utilizzo per far fronte alla scarsità di spettro. Questo a sua volta fa sì che lo sviluppo di standard e regolamentazione vada a rilento.

Ma col tempo le tecnologie per l’accesso agli white space (database geolocation e cognitive radio) potrebbero dare ai device white-space la flessibilità giusta per muoversi oltre lo spettro tv. In futuro l’uso degli white space potrà dunque dipendere da quanto i dispositivi saranno smart, e da quanto velocemente.

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