IL REPORT

Smart factory, per l’industria dell’auto vale 167 miliardi di dollari

Capgemini Research: il 44% degli stabilimenti pronto a convertire le fabbriche entro i prossimi 5 anni. Ma serve spingere su competenze e digitalizzazione dei processi

Pubblicato il 06 Feb 2020

artificial intelligence machine

L’industria automobilistica corre veloce sul fronte smart factory. Un’accelerazione sopra le attese e che potrebbe portare il settore ad aumentare la produttività fino a 167 miliardi di dollari entro il 2023. Emerge dal report condotto dal Capgemini Research Institute secondo cui il passaggio alla fabbrica intelligente nel settore automobilistico è maggiore rispetto alle altre industry, con un incremento stimato negli investimenti di oltre il 60% nei prossimi tre anni e un conseguente aumento della produttività superiore ai 160 miliardi di dollari.

I piani industriali guardano in questa direzione: nei prossimi cinque anni il settore punta a convertire un ulteriore 44% delle proprie fabbriche (seguito dal comparto discrete manufacturing con il 42%, dal quello del process manufacturing con il 41%, dalle industrie dell’energia e dei servizi pubblici con il 40% e da quelle dei prodotti di consumo con il 37%).

Ma secondo gli analisti la strada da fare è ancora lunga, per il pieno raggiungimento dei vantaggi offerti dalla fabbrica smart. Il target legato al miglioramento della produttività del 35% è stato raggiunto solo per il 15% contro un obiettivo del 38%. Serve che le aziende puntino sull’integrazione di soluzioni IT e sul rafforzamento della convergenza IT-OT. Sarà inoltre necessario investire in competenze e coltivare una cultura delle operations data-driven.

Fabbrica smart per l’auto: lo scenario

Negli ultimi 18-24 mesi, secondo Capgemini, il 30% delle fabbriche del settore è diventata smart, mentre nel periodo 2017/2018 solo il 24% dei dirigenti aveva affermato di avere in programma questa transizione. Quasi la metà (48%) degli executive ritiene che i progressi fatti finora siano “buoni o migliori del previsto” per quanto riguarda il percorso di transizione verso le smart factory, dato che 18 mesi fa trovava d’accordo solo il 38% dei dirigenti.

Tutti elementi che fotografano come l’industria dell’auto innovi più velocemente di altri settori. I prossimi investimenti si concentreranno in particolare in un mix di impianti greenfield e brownfield: il 44% intende adottare un approccio ibrido, il 31% vuole costruire impianti brownfield, mentre il 25% punta su stabilimenti greenfield, notevolmente più costosi, ma più facili da efficientare già in fase di progettazione.

Focus sulla gestione smart degli asset

“Le iniziative di smart factory delle aziende automobilistiche hanno riportato progressi maggiori del previsto negli ultimi due anni e il ritmo di adozione è destinato ad aumentare – dice Eraldo Federici, Manufacturing, Consumer Product, Retail&Distribution Director, Capgemini Business Unit Italy –. Oggi, Oem e fornitori stanno investendo significativamente e possiamo aspettarci che questi investimenti daranno i loro frutti entro il 2023, portando a incrementi di produttività annuali non inferiori al 2,8-4,4%”.

Il focus ora deve essere concentrato su gestione intelligente degli asset, smart supply chain e gestione dei servizi, dice Federici, “per sbloccare completamente il potenziale delle varie tecnologie”.

E’ ancora una minoranza quella delle aziende automobilistiche pienamente pronte a trarre i benefici dalla diffusione di smart factory su larga scala. Il 72% delle aziende automobilistiche rientra nella categoria dei “principianti”, mentre appena il 10% in quella dei “frontrunner”.

Secondo la ricerca, entro il 2023 le smart factory potrebbero ottenere un aumento della produttività compreso tra i 135 miliardi di dollari (scenario medio) e i 167 miliardi di dollari (scenario ottimistico): si tratta di un miglioramento annuo del 2,8-4,4% e di un aumento complessivo della produttività del 15,1-24,1% per l’intero settore.

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