CONCORRENZA

Qualcomm, ancora guai con l’Antitrust: la Ue indaga sui chip per gli smartphone 5G

La Commissione europea punta a verificare l’eventuale abuso di posizione dominante nel segmento dei baseband Rfee. Ma l’azienda: “Nessuna violazione delle norme Ue”

Pubblicato il 07 Feb 2020

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Qualcomm finisce di nuovo al centro di un’indagine antitrust della Commissione europea. Dopo l’inchiesta (e la multa) sui chip modem 3G, ora tocca ai chip di radio-frequenza usati nei nuovi smartphone 5G. Lo ha svelato la stessa Qualcomm nei documenti consegnati al regolatore di Borsa americano Sec insieme al report trimestrale.

Il chipmaker americano è il maggior produttore globale di chip modem che connettono gli smartphone e altri dispositivi mobili alla rete, ma ha anche una presenza crescente nei nuovi chip RF per il 5G cavalcando la crescita dei dispositivi abilitati a suppportare il nuovo standard mobile. Qualcomm ha fatto sapere di aver ricevuto a dicembre una richiesta di informazioni da parte della Commissione Ue nell’ambito di un’indagine sul possibile abuso di posizione dominante nell’area economica europea proprio sul mercato dei processori baseband 5G di tipo Rffe (Radio-frequency front-end).

L’Antitrust Ue vuole sapere se Qualcomm ha fatto leva sulla sua posizione dominante nei chip e modem baseband 5G Rffee per mettere i concorrenti in posizione di svantaggio. L’azienda di San Diego ha affermato che “sta elaborando la risposta”.

Qualcomm rischia la terza multa dall’Ue

Qualcomm ha messo in guardia gli investitori sulla possibilità che l’Ue riconosca una violazione delle norme sulla concorrenza: ciò potrebbe comportare una sanzione fino al 10% del suo fatturato annuale globale, insieme a restrizioni sul business e ingiunzioni a modificare alcune pratiche che potrebbero colpire la redditività dell’azienda.

“È difficile prevedere l’esito di tale inchiesta e i rimedi che eventualmente potrebbero essere imposti”, ha dichiarato il chipmaker, secondo quanto riportato da Reuters. “Noi siamo convinti che le nostre pratiche di business non violino le norme sulla concorrenza dell’Unione europea”.

Se sarà riconosciuta una violazione e arriverà la sanzione, si tratterebbe della terza multa in Europa per il chipmaker americano.

A luglio 2019 la Commissione europea ha inflitto a Qualcomm una multa da 242 milioni di euro per abuso di posizione dominante sul mercato dei chip modem 3G. L’indagine ha riguardato l’applicazione di prezzi cosiddetti predatori sui chip modem 3G. L’inchiesta di Bruxelles si è concentrata sui chip 3G per la connessione mobile commercializzati tra il 2009 e il 2011. La Commissione ha svolto una serie di supplementi di indagine per definire chiaramente il rapporto prezzo-costo e ha concluso che i chip sono stati venduti sottocosto a Huawei e Zte, due clienti strategici, per spingere fuori mercato Icera, azienda concorrente di Qualcomm e oggi di proprietà di Nvidia. Per i regolatori Ue il colosso americano si è reso colpevole di violazione delle norme antitrust dell’Unione europea.

Nel 2018 era già arrivata una multa antitrust in Ue da 997 milioni di euro per aver ostacolato il business dei fornitori alternativi per il suo più grande cliente, Apple.

In stand-by con l’Antitrust Usa

Qualcomm ha una causa antitrust aperta anche negli Stati Uniti: ha perso in primo grado contro la Federal trade commission ed è ricorsa in appello. Il chipmaker ha ottenuto un parziale congelamento del processo sostenendo che eseguire ora la sentenza (che chiede di rinegoziare tutti i suoi accordi sui brevetti esistenti) prima di un giudizio definitivo potrebbe danneggiare le trattative con i produttori di smartphone e altri dispositivi mobili che hanno bisogno di chip per il 5G.

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