Jeff Bezos aveva promesso che si sarebbe opposto con i mezzi che avrebbe ritenuto più adeguati per combattere la decisione del Pentagono di assegnare a sorpresa a Microsoft l’appalto per il cloud della Difesa, dal valore di 10 miliardi di dollari. E adesso Amazon ha chiesto alla Corte federale davanti alla quale pende il ricorso di poter portare sul banco dei testimoni il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il Segretario alla difesa, Mark Esper.
Il documento con le richieste depositato presso il la Corte federale richiede anche che testimoni l’ex Segretario alla difesa James Mattis relativamente a quello che potrebbe aver saputo riguardo all’attitudine di Donald Trump relativamente al contratto della Joint Enterprise Defense Infrastructure. Nelle prossime settimane la corte si pronuncerà sulla richiesta.
La stampa americana nota come sia senza precedenti, o estremamente raro che sia richiesto a un Presidente in carica di deporre nel ricorso per un contratto. Nella sua richiesta la stessa Amazon nota che “la deposizione di un Presidente degli Stati Uniti in carica presenta circostanze uniche”.
Amazon nel documento argomenta che la spiegazione fornita dal Pentagono per giustificare la scelta di assegnare il contratto a Microsoft “lascia fuori informazioni cruciali e dettagli che hanno portato a questa decisione sbagliata e potenzialmente dannosa riguardo la futura infrastruttura cloud del Dipartimento della difesa”.
In un comunicato Amazon ha detto che «il Presidente Trump ha più volte dimostrato il suo desiderio di utilizzare la sua posizione come Presidente e Comandante in capo per interferire con le funzioni del governo, incluse le gare federali per i contratti di fornitura, per portare avanti la sua agenda personale. Preservare la fiducia da parte del pubblico nel processo per l’assegnazione dei contratti di fornitura federali richiede che venga portata avanti l’indagine degli atti amministrativo, soprattutto alla luce dell’ordine fornito dal Presidente Trump affinché “venga sbattuta fuori Amazon”. La questione è se il Presidente degli Stati Uniti possa usare il budget del Dipartimento della difesa per i suoi fini politici personali».
Amazon ha accusato Trump, con una protesta formale presentata davanti a una Corte federale a dicembre, di aver lanciato ripetutamente “degli attacchi pubblici e dietro le quinte” contro l’azienda. Il mese scorso Amazon ha chiesto alla corte di bloccare l’avvio del contratto per Microsoft, che è spalmato su dieci anni per un valore complessivo stimato attorno ai 10 miliardi di dollari. La corte non ha ancora deciso se accettare la richiesta.
Amazon era apparsa come la candidata più probabile a ottenere l’appalto cloud. La Difesa Usa aveva segnalato di desiderare un fornitore unico piuttosto che dover integrare tecnologie di più provider per assicurarsi un’implementazione rapida e omogenea. Questo ha messo Amazon e il suo cloud in una corsia preferenziale. Il fatto di gestire già una parte del cloud della Cia nel territorio degli Stati Uniti era un vantaggio ulteriore per Aws. Ma i concorrenti – in gara inizialmente c’erano anche Oracle, Ibm e Google, poi la rosa si è ristretta ad Amazon e Microsoft – si sono lamentati di termini di gara disegnati, a loro dire, esattamente per favorire l’azienda di Bezos.
Le accuse di conflitto di interesse e pregiudizio della gara arrivate dai rivali di Amazon hanno finito con l’attrarre l’attenzione del presidente Donald Trump, che ad agosto ha chiesto di mettere la gara in stand-by e di rivedere termini e procedure. Alla fine, con un esito inatteso, il Pentagono ha assegnato il contratto a Microsoft. La decisione è stata comunicata il 25 ottobre; i media Usa avevano subito anticipato che Amazon avrebbe cercato la rivalsa in tribunale.