L’epidemia di coronavirus rischia di produrre un impatto drammatico sulle vendite di smartphone in Cina: secondo i nuovi dati pubblicati da Idc, potrebbe registrarsi un calo anno su anno di oltre il 30% delle unità distribuite nel trimestre gennaio-marzo. Gli analisti affermano che la Cina, il più vasto mercato mondiale per i cellulari intelligenti, potrebbe subire quello che viene definito “effetto Black Swan” (“cigno nero”, un evento eccezionale dalle conseguenze imprevedibili) nella prima metà dell’anno cinese a causa del virus che ha già ucciso più di 1.000 persone nel paese.
“L’epidemia di coronavirus ha impattato la stagione dello shopping del capodanno cinese a fine gennaio e ci aspettiamo effetti avversi anche nei prossimi mesi”, ha affermato Idc. “Per noi le vendite di smartphone in Cina caleranno di oltre il 30% nel primo trimestre 2020” rispetto al primo trimestre 2019. L’allarme coronavirus “creerà anche incertezze nei piani di lancio per i nuovi prodotti, nella supply chain e nei canali di distribuzione nel medio e nel lungo termine”, hanno aggiunto gli analisti.
Nuovi prodotti in stand-by, freno sul 5G
All’inizio del mese la società di ricerche Canalys ha stimato che le vendite di smartphone in Cina potrebbero diminuire fino al 50% tra l’ultimo trimestre del 2019 e il primo del 2020. “I vendor tecnologici probabilmente metteranno in pausa le attività di marketing; difficilmente si concentreranno sul lancio di nuovi prodotti, compresi i device 5G”, hanno scritto gli esperti di Canalys. “Ci vorrà tempo per i vendor per cambiare la loro roadmap per i lanci di prodotti in China e questo probabilmente diminuirà il numero di smartphone 5G distribuiti nel 2020”.
Secondo le stime di Idc in Cina nel 2019 sono stati distribuiti quasi 367 milioni di smartphone, una flessione del 7,5% anno su anno a causa della saturazione del mercato e del rallentamento dell’economia. Il coronavirus potrebbe dare il colpo fatale al mercato del cellulari smart che già è in declino da 11 trimestriconsecutivi.
Altri analisti hanno affermato che l’epidemia di coronavirus potrebbe ritardare in generale i piani della Cina per il roll-out dei servizi 5G.
La fabbrica degli iPhone lavora a metà
La National Health Commission cinese ha riferito un totale di 42.638 casi di coronavirus (dato di lunedì sera) e 1.016 decessi. Nel tentativo di contenere l’epidemia il governo ha esteso le vacanze del capodanno cinese, lasciando così chiusi uffici e fabbriche per più tempo. Ma queste misure, unite alle quarantene, si abbattono sulla supply chain globale, visto che aziende di tutto il mondo fabbricano in Cina o comprano componenti fabbricate nel paese asiatico. Alcuni analisti hanno persino previsto possibili ritardi sulle consegne di iPhone.
Il fornitore di Apple Foxconn (che assembla gli iPhone) ha ottenuto l’autorizzazione a riprendere la produzione a Zhengzhou, uno degli impianti più grandi in Cina, ha riportato Reuters, ma solo il 10% dei dipendenti della fabbrica è tornato al lavoro. Lo stabilimento Foxconn di Shenzhen ha ripreso l’attività solo parzialmente, secondo le fonti dell’agenzia di stampa.
Coronavirus nelle email: attenti alla campagna di phishing
La sindrome da epidemia virale colpisce in queste ore anche i sistemi di posta elettronica: Libraesva, società italiana che sviluppa e fornisce soluzioni avanzate di email security, ha identificato alle ore 11:00 di oggi, e con trend crescente nelle ore a seguire, una nuova forma di campagna di email phishing che si presenta per la prima volta nel panorama delle minacce informatiche trasmesse via email tra mittenti e destinatari italiani.
La nuova forma di phishing si presenta sotto forma di lettera a firma del rettore dell’Università degli Studi di Milano. Il mittente della mail è però dell’Ateneo di Bologna (con ogni probabilità compromesso) che la invia a tappeto a una moltitudine di indirizzi email tra cui gli stessi dell’Università Statale di Milano. L’email dei primi casi intercettati oggi ha come oggetto ‘Aggiornamento sul romanzo Coronavirus(2019-nCov)’ e ha come obiettivo primario quello di fare aprire ai destinatari un allegato word con contenuti di approfondimento.
Una volta selezionato il file, gli hacker indirizzano il malcapitato utente a una finestra che invita ad avvalersi di un lettore Pdf di Microsoft, Quando si clicca poi su questa schermata, si atterra sul sito di phishing reale, che sembra persino autorizzato dalla stessa Microsoft di cui ne riporta il logo. Quando l’utente clicca su “Download File”, si apre il modulo di richiesta di credenziali – in questo caso degli account dell’Università -, che rappresentano l’obiettivo finale degli autori di questa campagna phishing.