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Il mercato delle Comunicazioni italiano vale 18,4 miliardi, oltre l’1% del Pil

Le rilevazioni di Agcom. A trainare è il comparto radio-tv. Forte crescita della pubblicità online e dell’editoria elettronica. Google al quarto posto in classifica dopo Sky, Fininvest e Rai. Nel “paniere” anche Facebook e Netflix

Pubblicato il 12 Feb 2020

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Il Sistema Integrato delle Comunicazioni (Sic) vale 18,4 miliardi di euro, pari all’1,04% del Pil nazionale. È quanto emerge dalla chiusura del procedimento per la valutazione delle dimensioni economiche del Sistema Integrato delle Comunicazioni per l’anno 2018, deliberato dal Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

È l’area radiotelevisiva a trainare il comparto: incide per il 49%, seguita dall’editoria (quotidiani, periodici, agenzie di stampa e annuari) con una fetta del 21%. In forte aumento la quota dell’editoria elettronica e della pubblicità online, che nel 2018 raggiunge il 18%, mentre la pubblicità esterna e il “below the line” incidono rispettivamente per il 2% e il 6%. Si ferma invece al di sotto del 4% il peso sul totale del settore cinematografico.

Sulla base delle informazioni raccolte, Agcom ha determinato la distribuzione delle quote dei principali soggetti presenti nel Sic: nel 2018 ricavi superiori al limite del 20% previsto dall’art. 43, comma 9, del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici (Tusmar). Agcom evidenzia che i primi dieci gruppi operanti nel Sistema Integrato delle Comunicazioni rappresentano congiuntamente – con quasi 11,5 miliardi di euro – il 62% delle risorse complessive. In particolare, le quote più rilevanti sono detenute da Comcast Corporation/Sky (15,7%), Fininvest (13,4%) e Rai (13,2%). Seguono Alphabet/Google, Cairo Communication, Facebook, Gedi, Italiaonline, Discovery e Netflix.

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