Oltre al danno la beffa: non solo il Mobile World Congress di Barcellona non si farà, ma all’indomani della decisione della Gsma di annullare l’edizione 2020 per “cause di forza maggiore” – alias per l’emergenza legata al coronoavirus, nome in codice Covid-19– già si parla di cause e ricorsi da parte degli espositori che non hanno mai disdetto la loro presenza e, a catena, di numerosi “soggetti” coinvolti nella partita, a partire da hotel, società di noleggio auto, ristoratori.
Chi rimborserà i danni? E a quanto ammontano? Di sicuro la città ha già mandato in fumo 500 milioni di euro – a tanto ammonta il giro d’affari legato al Mobile World Congress, derivante dai circa 3.000 espositori in Fiera ogni anno. Ma oggi alcune stime sui danni collaterali portati alle singole categorie parlano di cifre pesanti: il settore dei veicoli a noleggio con conducente calcolata mancati guadagni per 12 milioni di euro, i tassisti stimano che il loro reddito sarà ridotto tra il 20% e il 30%. E addirittura si calcolano 15mila posti di lavoro a rischio. Per non parlare della ristorazione: 40 milioni di mancate entrate, lamenta la categoria, a causa della cancellazione dell’evento.
La Gsma nell’annunciare la cancellazione anche a seguito delle numerose defezioni – ieri la giornata di picco – ha assicurato che l’edizione 2021 è confermata nella capitale catalana e che il contratto è comunque valido fino al 2023. Fatto sta che secondo quanto si apprende sarebbero non pochi gli espositori che avrebbero già aperto il dossier indennizzi per il danno causato non solo dai mancati “ritorni” legati alla Fiera, ma dei costi sostenuti per l’allestimento degli stand e di tutta la logistica collegata, incluse le spese per il personale in forza a Barcellona e i manager già in città da giorni vista la data raccicinata dell’evento (previsto per il 24-27 febbraio).
Come andrà a finire è presto per dirlo. Ma di certo qui non ci sono e non ci saranno vincitori o perdenti. L’effetto che il coronavirus avrà sull’economia mondiale è ancora incalcolabile, ma nessuno resterà “immune”.