Integrare infrastrutture e piattaforme, colmare il digital divide in tutte le sue forme (soprattutto quella culturale), investire con successo sui servizi in mobilità. Sono questi i temi principali affrontati nel corso della tavola rotonda “Telco per le imprese” nell’ambito del convegno “Telco per l’Italia” organizzato dal Corriere delle Comunicazioni alla Biblioteca nazionale di Roma oggi 9 maggio.
Dopo il saluto e l’introduzione di Giorgio Dori, presidente CDTI Roma, hanno preso la parola Giuseppe Tilia di Telecom Italia, Stefano Festa (Skylogic), Romano Stasi di AbiLAB, Alessandro Musumeci, direttore sistemi informativi di Ferrovie dello Stato e Giuseppe Biazzoni, direttore ICT della Rai. A moderare l’incontro Mariano Corso, docente del Politecnico di Milano e direttore dell’Osservatorio Cloud dell’istituto lombardo e Mila Fiordalisi del Corriere delle Comunicazioni.
“Il CDTI nasce nel 1988 e da allora il mondo delle telecomunicazioni è molto cambiato mentre le grandi problematiche sono sempre le stesse”, ha ricordato Giorgio Dori. Una di queste è il rapporto tra pubblico e privato. “La Biblioteca nazionale è un esempio di come in una struttura pubblica si possano svolgere attività utili per le imprese – ha continuato Dori – anche grazie a personale qualificato e competente che non manca nelle strutture statali”.
La sfida di oggi per Telecom è la convergenza tra cloud computing e informatica strutturata in rete. “Il concetto di cloud dopo le diffidenze iniziali ormai è sempre più diffuso”, ha commentato Giuseppe Tilia, che rassicura sulla sicurezza della “Nuvola italiana”. “I nostri sette data center sono in territorio italiano anche per le normative sul rispetto della privacy. Salvaguardare il bene che rappresenta il dato è essenziale nelle attività di storage”.
Contro il digital divide un alleato importante è il satellite. “Il divario digitale fisico è un falso problema – ha detto Stefano Festa di Skylogic – La tecnologia simmetrica a banda larga del satellite, ad esempio, può essere connessa a cloud e superare criticità infrastrutturali. Il problema è culturale, molte aziende non vogliono investire nella connettività perché non comprendono a pieno i vantaggi di stare nella rete”.
“L’utente finale dei servizi bancari non ha bisogno di una banda particolarmente larga. Ma è necessario informare i cittadini sulla sicurezza delle operazioni di home banking”, ha aggiunto Romano Stasi di AbiLab, per il quale la sfida del mondo delle banche è la multicanalità. L’obiettivo è offrire servizi avanzati su dispositivi mobili, postazioni bancomat, sportelli tradizionali che diventeranno sempre più automatici”.
Dispositivi mobili sempre più importanti anche per il trasporto ferroviario. “Sono migliaia i tablet in dotazioni al personale viaggiante – ha ricordato Alessandro Musumeci di Ferrovie dello Stato – Oggi un terzo dei passeggeri compra il biglietto sul web ma il nostro obiettivo è arrivare al 50% di acquisti online”. Ferrovie a tal riguardo sta lavorando a piattaforme che integrino anche informazioni utili ai viaggiatori come meteo, documentari e notizie sulle mete scelte.
Il mercato più coinvolto dalla rivoluzione digitale è sicuramente quello dei media. A tal proposito Giuseppe Biazzoni ha ricordato i passi compiuti dalla Rai in questa direzione. “La digitalizzazione degli archivi storici della televisione italiana è iniziato nel 1996 – ha affermato – Questa operazione ci ha spinto a modificare sia le reti di telecomunicazione, sia i paradigmi di comportamento.
Sfruttando anche fibre ottiche di proprietà dell’azienda, è stata costruita una rete che integra archivi, dipositivi mobili, telefonia, piattaforme di videoconferenza e connettività con le sedi estere. E ora stiamo innovando anche il modo di produrre contenuti. Il primo telegiornale, per esattezza il Tg2, ad avvalersi della digitalizzazione dell’intero processo produttivo andrà in onda tra pochi mesi”.