PUNTI DI VISTA

Storage, il futuro è nel mix tecnologico

Nell’era dei Big Data le imprese che avranno successo saranno quelle che utilizzeranno soluzioni combinate – dal nastro al cloud – per aumentare l’efficienza e che spingeranno sulla classificazione delle informazioni

Pubblicato il 10 Mag 2012

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Mentre le imprese di tutto il mondo lottano con le incessanti ondate di dati che piombano nei loro data center, qualcuno potrebbe chiedersi come siamo arrivati a questo punto. E se da un lato vi è stato un gran numero di innovazioni nella storia dell’informatica, dall’altro è giusto dire che lo storage digitale così come lo conosciamo oggi non esisterebbe se Ibm non avesse creato il nastro nel maggio di sessant’anni fa. L’innovazione ha consentito agli enormi calcolatori di salvare i loro risultati in modo digitale su bobine di nastro magnetico, anziché su schede perforate, creando un modo completamente nuovo di visualizzare ed acquisire elementi di conoscenza dalle informazioni digitali.

Durante quei primi anni, le uniche tecniche di registrazione per gli enormi sistemi di calcolo prevedevano l’uso di “supporti fisici”: libri cartacei, carta e schede perforate. Diventava evidente che, man mano che questi sistemi aumentavano le proprie prestazioni, le relative soluzioni di archiviazione non erano sostenibili.

Per rispondere a questa esigenza Ibm ricorse al nastro magnetico. La tecnologia, che veniva utilizzata per registrare l’audio, sembrava promettente per i massicci sistemi di calcolo, ma il nastro non era sufficientemente durevole. Quando si utilizzavano grandi bobine di nastro per acquisire i dati dei computer, i potenti motori delle unità nastro, che si avviavano e si arrestavano bruscamente, ne provocavano facilmente la rottura.

Gli ingegneri affrontarono il problema delle rotture in modo diretto. E il 21 maggio 1952, quando l’azienda rilasciò il suo primo computer di produzione, l’Ibm 701, questo era accompagnato da un sistema di archiviazione che rappresentava una rivoluzione nel nastro magnetico. L’Ibm 726 era un colosso da 424 chilogrammi, poggiato sul pavimento, che risolveva il problema della rottura grazie all’uso di una “colonna sotto vuoto”, che creava un tampone di nastro libero tra gli avvii e gli arresti. Questo circuito di nastro allentato a forma di U consentiva al nastro di assorbire meglio gli avvii e gli arresti estremamente rapidi del sistema.

L’innovazione della colonna sotto vuoto non fu solo un successo, ma venne adottata dalla maggior parte dei produttori di unità nastro ad alte prestazioni, facendone una delle tecnologie informatiche più diffusamente impiegate del ventesimo secolo. La tecnologia divenne così dominante che l’immagine del sistema a nastro da bobina-a-bobina con avvio e arresto divenne l’immagine-icona, seppur non ufficiale, che simboleggerà il "computer" per un’intera generazione nel mondo dell’informazione e dello spettacolo.

Le sfide del 2012 non sono certo quelle del 1952. Oggi dinamiche rivoluzionarie, come social media, mobile computing, Big Data e regolamentazione, si intrecciano e creano un ingorgo del traffico digitale di dimensioni epiche. Secondo alcuni, la quantità di informazioni che dovrà essere archiviata in modo digitale supererà gli 8 zettabyte (ossia 8 miliardi di terabyte) entro il 2015. Queste tendenze e previsioni costringono ogni settore a esaminare le proprie infrastrutture di storage con un’attenzione senza precedenti.

Ma non esiste nessuna magia, nessuna singola soluzione tecnologica in grado di preparare al diluvio di dati. Le imprese che avranno successo saranno quelle che utilizzeranno le tecnologie di storage più strategiche a disposizione – dal nastro allo stato solido alla virtualizzazione e al cloud – per aumentare l’efficienza, ridurre il rischio, abbassare i costi, migliorare l’accesso e rafforzare la sicurezza. Saranno anche quelle che sfruttano soluzioni in grado di offrire una maggiore classificazione dei dati, perché non tutti i dati nascono uguali né mantengono la stessa importanza nel corso del tempo.

Questo è il percorso verso la nuova frontiera dello storage, la nuova era del calcolo. E Ibm ancora una volta è all’avanguardia con nuovi prodotti e innovazioni e con il più ampio portafoglio del settore, che aiuta i clienti a raggiungere i risultati di business grazie a uno storage più intelligente.

Come nella vita, è buona prassi nel business fermarsi di tanto in tanto a riflettere su ciò che è stato ed esaminare le origini dei nostri successi. Questo mese di maggio è una di quelle occasioni e Ibm guarderà al 1952 come a una pietra miliare nella storia dell’informatica e promemoria di come l’innovazione può cambiare il futuro e ciò che è possibile.

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