Nel 2020 sprint digitale al Reddito di cittadinanza. Il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo in audizione in commissione Lavoro del Senato, ha sottolineato che per “l’anno in corso” tra le priorità e gli indirizzi del suo Ministero rientra “la piena operatività del Reddito di cittadinanza (Rdc)”.
“La misura per la tutela e la promozione del diritto al lavoro, alla formazione e ad una esistenza dignitosa delle persone in tutte le fasi della vita, verrà migliorata anche mediante l’implementazione e l’interconnessione delle due apposite piattaforme digitali dedicate al Rdc per l’attivazione e gestione dei Patti per il lavoro e i Patti per l’inclusione sociale”. L’obiettivo è per garantire l’uniformità del servizio rispetto ai livelli essenziali delle prestazioni.
Catalfo ha anche ribadito come la misura vada “implementata” e che, appunto, dopo la prima fase del programma si apra la seconda fase “che ha come obiettivo l’inclusione attiva dei beneficiari della misura e l’aumento del benessere collettivo”. Resta “fermo”, ha assicurato il ministro, “l’impegno determinato del governo ad attuare nella sua massima potenzialità il reddito di cittadinanza al fine di migliorarne la capacità di contrasto alla povertà e soprattutto di incentivare il reinserimento socio-economico nell’ambito della definizione dell’agenda 2020-2023”.
I numeri dell’Rdc
Il 14 febbraio il presidente di Anpal, Mimmo Parisi, ha rilasciato gli ultimi dati relativi al sussidio dai quali emerge che, ad oggi, sono 39.760 le persone che hanno avuto un contratto di lavoro dopo aver ottenuto il reddito di cittadinanza, con un balzo in avanti di circa 11 mila rispetto al 10 dicembre 2019 (+38,2%).
“Questi dati dimostrano – spiega Parisi – che la fase 2 del Rdc è più che partita. E’ un ottimo punto di partenza per gli ulteriori passi necessari per portare a regime gli interventi finalizzati ad accompagnare i beneficiari al lavoro, come ad esempio l’Assegno di ricollocazione, il completamento dei sistemi digitali per un migliore scambio di dati e informazioni con i sistemi regionali e per facilitare il contatto continuo con il mercato del lavoro”.
I centri per l’impiego hanno convocato 529.290 beneficiari su un totale di 908.198 che potrebbero stipulare un Patto per il lavoro. I presenti alla prima convocazione sono stati 396.297 e sono stati sottoscritti 262.738 Patti di Servizio.
Per quel che riguarda il contributo dei navigator – spiega l’Anpal – hanno supportato gli operatori dei Cpi nella convocazione e accoglienza di 372.855 beneficiari del Rdc, di cui 125.641 nel mese di dicembre 2019; hanno assistito gli operatori dei Cpi nella “presa in carico” di 151.697 beneficiari del Rdc, di cui 59.867 a dicembre.
Gli sgravi per le aziende
Da metà novembre 2019 le aziende che vogliono assumere percettori del Reddito di cittadinanza possono ottenere sgravi fiscali. L’Inps infatti ha rilasciato la procedura informatica per richiedere l’incentivo per l’assunzione dei percettori di Reddito di cittadinanza. L’incentivo spetta ai datori di lavoro che assumono con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato i beneficiari di Reddito di cittadinanza. L’agevolazione che si chiama “Srdc” (Sgravio Reddito di Cittadinanza) consente alle imprese che assumono titolari di Reddito di avere l’esonero dei contributi previdenziali (non di quelli Inail) nel limite dell’importo mensile del Rdc percepito dal lavoratore all’atto dell’assunzione. Il tetto massimo sarà di 780 euro al mese e lo sgravio si potrà percepire per un periodo pari alla differenza tra 18 mensilità e le mensilità già godute dal beneficiario stesso (ma comunque per almeno 5 mensilità).