L’Italia è alla ricerca della crescita per uscire al più presto dalla recessione e per rimettere in moto l’economia. Per far questo è necessario puntare sul settore dei servizi e innovazione digitale, modernizzare piattaforme di servizi cloud e infrastrutture digitali per favorire lo sviluppo di nuovi modelli d’impresa, per aumentare produttività ed affrontare nuovi mercati, per valorizzare la larghissima prevalenza di PMI ponendo le condizioni affinché esse possano raggiungere la massa critica necessaria. Risparmiare sulla spesa pubblica dei servizi erogati nel Paese, mantenendone la qualità al passo con i tempi, realizzare trasporti e comunità sostenibili per l’ambiente. Su questi temi l’impegno di Confindustria, con la collaborazione di Confindustria Servizi innovativi e Tecnologici e di tutte le sue principali rappresentanze dell’offerta e della domanda, è molto forte. Prima nel programma d’innovazione industriale Industria 2015, puntando fra l’altro sull’e-commerce, poi con proposte molto concrete nate a valle di un’analisi conclusa a novembre 2011, con trend ed benchmarking a livello internazionale, sui “Servizi e Infrastrutture per l’Innovazione Digitale del Paese”, che indica come si può risparmiare solo nel campo della sanità circa il 10% della spesa annua e presenta le soluzioni digitali delle regioni, che stiamo ulteriormente verificando direttamente sui territori.
Quindi è molto chiaro cosa fare: e business, smart communities, open data sono i potenziali strumenti di crescita, efficienza e risparmio se sapremo realizzare soluzioni condivise e puntare a soluzioni basate sullo “switch on” del nuovo, piuttosto che sullo “switch off” del vecchio per raggiungere gli obiettivi di Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Risparmi potenziali e fondi europei per l’innovazione sono leve indispensabili per finanziare lo sviluppo dei servizi e delle infrastrutture digitali che sono necessarie per avviare una nuova fase di crescita strutturale per l’Italia.