"Se parliamo di infrastruttura in senso stretto possiamo dire
che quella italiana non è inferiore alla media europea. Il
problema è un altro: quando ci si riferisce alla banda larga si
parla troppo di network, di rete fisica, e troppo poco della
domanda di servizi tecnologici che è necessario stimolare". A
parlare del modello Confindustria per la Banda larga al Sole 24Ore
– anche in relazione al Rapporto Caio – è Gabriele Galateri di
Genola in qualità di delegato di Confindustria in materia di
broadband all'indomani della presentazione di "Servizi e
infrastrutture per l'innovazione digitale" di
Confindustria.
Per Galateri il Rapporto Caio "punta di più ad individuare
obiettivi di lungo e medio termine dai quali desumere poi
soluzioni". Confindustria, invece, "essendo
l'associazione che raggruppa tutti gli operatori non facciamo
una specifica scelta perché crediamo che sia vincente un mix di
tecnologie" – spiega il delegato. "Dobbiamo parlare in
maniera realistica – chiarisce Galateri – è inutile allora che
ragioniamo solo su come fare reti a 100 megabit nel futuro se non
abbiamo dato almeno un megabit di banda a tutti. Occorre quindi
attivare le risorse pubbliche stanziate per il digital divide,
circa 1,3-1,4 miliardi tra Stato e Regioni".
Questo secondo il delegato di Confindustria per il broadband
"già a partire dal 2012 porterebbe risparmi nella pubblica
amministrazione di 4 miliardi". Un "bel modo per
rimettersi in moto e riprendere a correre".
Dello stesso avviso di Galateri è Alberto Tripi, presidente
servizi innovativi e tecnologici con delega all'e-government di
Confindustria. "È inutile costruire un autostrada a 12 corsie
se non hai macchine che la possano percorre e viceversa",
commenta Tripi in un'intervista rilasciata a Mf. "Banda
larga e servizi devono marciare di pari passo" sostiene il
presidente e fa un esempio: "la ricetta digitale, che il
medico curante inserisce in un sistema in modo che l'utente
possa recarsi in farmacia e trovare direattamente sul terminale la
sua ricetta". "In questo modo si possono recuperare
risorse su progetti che sono remunerativi e che possono generare un
ritorno sull'investimento in breve tempo". Sul tema delle
infrastrutture, poi, Tripi spiega che la rete "è essenziale
per lo sviluppo e la competitività internazionale del sistema
Paese". Una volta che ci saranno servizi all'altezza
"la costruzione della Ngn sarà obbligatoria".
Quanto agli strumenti di "policy" che Confindustria ha
individuato per liberare il potenziale di crescita dell'Italia
e contenuti nel Rapporto – pubblicato dal Corriere delle
Comunicazioni in anteprima (leggi il
testo intergrale) – si possono riassumere così: sviluppo della
domanda dei servizi online, nella Pubblica Amministrazione, nelle
imprese, nelle famiglie nei cittadini; superare il digital divide
come premessa per lo switch – over di massa al digitale; promuovere
un progetto Paese per favorire lo sviluppo delle Next Generation
Networks".
Il modello, presentato da Galateri di Genola e da Alberto Tripi –
parte dall'Ict come pilastro della crescita, anche e
soprattutto in un momento di crisi economica. L'obiettivo che
Confindustria individua per innovare le imprese e riprendere a
correre è quello di mettere in moto "un circolo virtuoso
dell'innovazione digitale attraverso le infrastrutture" e
una "rivoluzione dei servizi". Per il primo punto il
rapporto indica il superamento del "digitale divide entro il
2011 con finanziamenti nazionali e locali per le aree a fallimento
del mercato e il coordinamento delle iniziative". In più
prevede "semplificazione, certezza delle regole,
mercato"; un mix di tecnologie fisse e mobili" e
"concorrenza e innovazione". Nel settore dei servizi il
progetto di Confindustria mette al centro del circolo virtuoso la
Pubblica amministrazione che migliori la vita delle imprese e
quella dei cittadini attraverso una nuova generazione di
servizi.
Una Pubblica amministrazione interattiva, semplificata,
dematerializzata e con innovazione digitale dei processi nei
settori della Sanità, della Giustizia, della Scuola e
dell'e-inclusion.
Tra gli strumenti per lo sviluppo dei servizi, Confindustria indica
i programmi per l'innovazione e la ricerca nell'Ict
attraverso il Settimo programma Quadro – Industria 2015;
l'estensione del project financing ai servizi per la P.A. e
incentivi alla domanda sia per le imprese che per le famiglie per
accelerare il recupero culturale e digitale del Paese.
(Leggi la sintesi
della presentazione)