L'INTERVENTO

Rete unica Tlc, Bassanini: “A certe condizioni. E a stabilirle deve essere l’Antitrust”

Il presidente di Open Fiber “apprezza” le dichiarazioni del presidente di Tim Rossi sull’importanza della fibra ma riguardo all’integrazione fra le due società si dice “sorpreso” sul mancato riferimento al ruolo dell’Autorità. E aggiunge: “L’unico modello possibile è il wholesale only”. Cda di Tim sul “dossier newco”

Pubblicato il 26 Feb 2020

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Franco Bassanini, per chi lo conosce, è persona che quando rilascia dichiarazioni lo fa sapendo bene a chi indirizza i propri messaggi e le reazioni che questi provocano. Esperto politico, accademico e uomo d’azienda, Bassanini nel suo attuale ruolo di presidente di Open Fiber ricopre una posizione delicata quanto strategica considerata l’attenzione che da mesi è concentrata sulla questione del “dossier newco” con Tim.

La telco guidata da Luigi Gubitosi ha convocato per domani pomeriggio (27 febbraio) un cda in cui con alta probabilità si discuterà di come procedere sulla questione Open Fiber tenendo conto anche dell’interesse del fondo Kkr – questa la novità che però al momento resta un’indiscrezione – a rilevare una quota importante della rete secondaria di accesso, alias la rete in rame, stando agli ultimi rumors il 42% per una valutazione dell’infrastruttura di 8,5 miliardi.

Oggi il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri si è chiaramente espresso a favore di “un’infrastruttura unica, integrata, aperta a tutti gli operatori e non discriminatoria”. Ebbene in serata Open Fiber ha diramato una nota con una dichiarazione puntuale del presidente Bassanini a commento dell’intervista che il presidente di Tim Salvatore Rossi la rilasciato al quotidiano La Stampa.

Una dichiarazione che con un sapiente colpo al cerchio e uno alla botte, manda un messaggio chiaro a Tim ma anche all’Antitrust che sulle operazioni di concentrazione ed eventuali fusioni è chiamata a dire la sua a garanzia della competizione di mercato. “L’intervista di Salvatore Rossi merita attenzione e apprezzamento”, inizia così la nota in cui l’apprezzamento è per il cambio di passo in casa Tim che si evincerebbe dalle dichiarazioni del presidente Rossi. L’intervista, dice Bassanini, “sembra mettere fine alla tradizionale strategia di Telecom Italia intesa a diluire nel tempo la migrazione dalle infrastrutture in rame o ibride alle infrastrutture di Tlc di nuova generazione”. E ancora: “Nella prospettiva della Gigabit Society, al centro della strategia digitale della Commissione europea, la rapida migrazione dal rame alla fibra è invece cruciale, così come il 5G e l’edge cloud computing, dei quali la fibra è infrastruttura essenziale”. E a tal proposito Bassanini rivendica il ruolo forte di Open Fiber: “Lo sviluppo della infrastruttura in fibra “a prova di futuro” è al centro della strategia industriale di Open Fiber, fin dalla sua nascita. Finora Telecom Italia sembrava privilegiare soluzioni ibride fibra-rame. Se l’intervista di Rossi significa che questa preferenza è superata, dobbiamo considerarla una buona notizia per il Paese”.

Dopo queste considerazioni Bassanini però cambia il tono, esprimendo una “riserva” che punta a uscire dal mero botta e risposta Tim-Open Fiber sulla questione newco – fatta di dichiarazioni e contro-dichiarazioni, di tesi e contro-tesi sulla “newco sì newco no”, “fusione sì fusione no” che hanno visto in prima fila Francesco Starace, l’Ad dell’azionista di Open Fiber al 50% con Cdp. Riguardo all’azionista Enel, l’azienda (in riferimento a quanto dichiarato dal ministro Gualtieri) in una nota ha così commentato: “In quanto azionisti di Open Fiber siamo impegnati nella realizzazione su scala nazionale di questa infrastruttura e vediamo con grande favore ogni iniziativa anche innovativa tesa a faciolitare tale impresa”.

Sorprende tuttavia che Rossi sembri ignorare che, in tema di infrastruttura unica, accanto all’Agcom e alle sue competenze, c’è anche l’Autorità antitrust, specificamente competente in materia di merger, anche nel settore delle Tlc”, inizia così il secondo paragrafo della nota a firma Bassanini il quale evidenzia che “grazie a Open Fiber, anche in Italia oggi è iniziata una competizione infrastrutturale”. Ed è da questo passaggio in poi che c’è il “cuore” del messaggio del presidente di Open Fiber. La rete unica? “A certe condizioni”. Primo: “Evitando inefficienti duplicazioni di investimenti”. Ma soprattutto le suddette condizioni “dovranno essere stabilite dalle Autorità Antitrust in modo da salvaguardare la concorrenza fra i competitori sul mercato dei servizi di Tlc”.

E Bassanini chiude con un richiamo anche alla politica: “L’indicazione che ha dato il Parlamento, poco più di un anno fa, è stata netta: l’infrastruttura unica dovrà essere terza e neutrale, secondo quel modello wholesale only che anche il nuovo Codice europeo delle Comunicazioni elettroniche ora privilegia”. Dunque, per sintetizzare, no a proprietà della rete unica in capo a un operatore infrastrutturato (alias Tim).

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