Google e Microsoft accelerano i loro sforzi per riuscire a portare la produzione dei loro nuovi telefoni e computer portatili fuori dalla Cina, spostandoli nel sudest asiatico, a causa del peggioramento del contagio da coronavirus. A beneficiarne, sostiene una inchiesta della Nikkei Asian Review, saranno le fabbriche vietnamite e tailandesi. Google dovrebbe far cominciare la produzione del suo nuovo telefono low cost, che si dovrebbe chiamare Pixel 4A, a partire da aprile. Verranno utilizzate delle fabbriche nel nord del Vietnam. Inoltre, la prossima generazione di flagship della linea di telefoni della casa di Mountain View, che si dovrebbe chiamare Pixel 5, sarà prodotta nella seconda metà dell’anno direttamente in uno dei paesi principali paesi produttori nel sudest asiatico: Vietnam o Tailandia.
La strategia per l’hardware
Sia Google che Microsoft stanno cercando di entrare in maniera sempre più aggressiva nel mercato dei prodotti hardware per il mercato consumer come parte di una strategia per tenere sempre più utenti all’interno del proprio ecosistema di software e servizi cloud. Questa strategia in futuro servirà ai due colossi, secondo molti osservatori, per ottenere uno spunto di mercato maggiore sulle tecnologie del futuro come i servizi di intelligenza artificiale.
Attualmente Google è il produttore numero due al mondo per gli smart speaker dopo Amazon, e il suo telefono Pixel, che l’anno scorso è arrivato ad essere il sesto telefono più venduto nel mercato americano, ha visto aumentare di più del 50% le sue consegne globali.
Microsoft, che ha iniziato a muovere i primi passi nel settore dell’hardware per Pc nel 2012, avvierà la produzione della nuova linea di Surface, che comprende computer portatili e da scrivania, in Vietnam a partire dal secondo trimestre di quest’anno, secondo indiscrezioni raccolte dalla stampa. «Il volume della produzione – dice una fonte che lavora per una azienda della filiera di produzione dei Surface – all’inizio sarà molto piccolo, ma continuerà ad aumentare anche perché questa è la direzione verso la quale vuole andare Microsoft».
Guerra commerciale e coronavirus
Finora praticamente tutta la produzione degli smartphone di Google e dei laptop e desktop di Microsoft è stata realizzata in Cina. La guerra commerciale tra Usa e Cina ha fatto considerare a molte aziende, soprattutto del comparto tecnologico, il rischio nell’essere troppo dipendenti dalla Cina e la possibilità di spostare la produzione altrove. L’impatto del coronavirus ha aumentato la preoccupazione sul rischio di concentrare in un unico punto tutta la propria produzione hardware. «Dopo il coronavirus – dice un altro manager – nessuno ignora più i rischi. Non è solo una questione di costi, ma addirittura di continuità nella gestione della catena dei fornitori».
Rispetto agli altri marchi tecnologici focalizzati sull’hardware come Apple, HP e Dell, aziende come Google e Microsoft sono più agili e veloci nello spostare la produzione fuori dalla Cina, che resta il più grande centro manifatturiero di elettronica al mondo. Google ha chiesto ai suoi fornitori di valutare la fattibilità e le implicazioni in termini di costi per disinstallare alcune attrezzature di produzione e spostarle dalla Cina in Vietnam via terra, via mare o via aerea dopo che il coronavirus ha lasciato fermi gli impianti di produzione a febbraio. Anche Microsoft ha dato il via, prima del previsto, al suo piano di produzione in Vietnam, sempre a causa dell’epidemia di coronavirus.
Contano i numeri
In confronto a Apple, che vende quasi 200 milioni di smartphone all’anno, Google ha realizzato solo 7 milioni di telefoni nel 2019 mentre Surface di Microsoft ha venduto 6 milioni di pezzi a livello globale, molto meno dei 17 milioni di Mac e MacBook commercializzati da Apple nel 2019. Fare le valige quindi per le due aziende è più facile. Google lo scorso anno ha già spostato la produzione dei server per i suoi datacenter a Taiwan e ha iniziato a produrre altri oggetti per la smart home, come il router Wifi a marchio Nest, in Vietnam. Ma non sono solo le grandi aziende americane a fare le valige. Anche Samsung, il più grande produttore di smartphone al mondo, gestisce da anni una catena di fornitura nel Vietnam settentrionale, ma si affida ancora ad alcuni componenti prodotti in Cina. L’azienda sudcoreana ha pianificato di far volare i componenti elettronici per i suoi smartphone dalla Cina al Vietnam dopo che le frontiere dei due Paesi erano state chiuse per prevenire la diffusione del virus.