Microsoft ritiene che ci siano opportunità economiche con l’aggiornamento dei vecchi Pc che utilizzano ancora Windows 7 e non il più recente Windows 10. Tipicamente l’azienda aumenta il proprio fatturato ogni volta che uno dei suoi sistemi operativi arriva a fine ciclo vita, sia in ambiente consumer che business, perché questo spinge un forte numero di utenze ad aggiornare le licenze.
Nel tempo, quando non viene terminata una vecchia versione del sistema operativo, il numero di aggiornamenti verso nuove licenze diventa più difficile da paragonare perché molto inferiore.
Questa volta, spiegano gli analisti, il ciclo di vita di Windows 7, che si è concluso lo scorso gennaio, è stato più lungo del solito e questo sta spalmando il fatturato derivante dagli aggiornamenti su più trimestri. L’impatto degli aggiornamenti può arrivare ad essere anche il 15% del fatturato, con una quota sostenuta dei profitti.
Secondo Amy Hood, responsabile delle finanze dell’azienda, l’impatto del mercato cinese sia in termini di acquisti che di produzione di chip per Pc potrebbe essere un fattore di rallentamento per il ciclo di rinnovo.
A gennaio la manager di Microsoft aveva detto agli analisti che l’impatto di questi due fattori avrebbe rallentato il business delle licenze. La scorsa settimana poi Microsoft aveva comunicato agli analisti che l’azienda non si aspetta di raggiungere gli obiettivi di fatturato che aveva annunciato precedentemente, cosa che si era subito riflessa in un calo del titolo in Borsa.
Questa settimana, durante un evento che si è tenuto a San Francisco, la Hood ha detto all’analista di Morgan Stanley Keith Weiss che in realtà il ciclo di rinnovo non è così lungo come solitamente accade a questo punto della timeline.
Microsoft ha terminato il supporto di Windows 7 a gennaio di quest’anno. Il sistema operativo era stato lanciato a ottobre del 2009. Dopo Windows 10, la versione 7 è a tutt’oggi la più popolare del sistema operativo di Microsoft, con il 23% dei Pc installati, secondo Statcounter. I successivi Windows 8 e Windows 8.1, usciti rispettivamente nel 2012 e nel 2013, sono complessivamente meno utilizzati di Windows 7 perché giudicati meno performanti. Microsoft nel 2018 aveva annunciato che nel mondo complessivamente ci sono 1,5 miliardi di apparecchi con Windows.
“Sono felice – ha detto Hood – che stiamo eseguendo bene la fine del supporto di Windows 7. Questo crea una grande semplificazione per noi mentre pensiamo alla transizione verso il cloud per i clienti e li aiutiamo nel loro viaggio attraverso sistemi e ambienti ibridi”.