LE NUOVE REGOLE

L’Europa accelera sull’economia circolare: “diritto alla riparazione” per cellulari e pc

Le misure messe nero su bianco nel “Piano d’azione” della Commissione Ue. Si punta a limitare l’obsolescenza prematura dei dispositivi elettronici, inclusi i caricabatteria. Previsto aumento del Pil dello 0,5% entro il 2030 e 700mila nuovi posti di lavoro

Pubblicato il 11 Mar 2020

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Stop all’obsolescenza prematura nell’elettronica e nell’Ict. E’ uno dei punti fermi con cui l’Europa si prepara a spianare la strada a un’”economia circolare” in grado di garantire una “crescita sostenibile e green”. Le misure fanno parte del nuovo Piano d’azione pubblicato oggi con cui la Commissione Ue avanzerà una serie di proposte legislative e regolamentari nel 2020 e nel 2021 nell’ambito delle proprie strategie industriali.

Ecco le regole in campo

Fra le regole introdotte, nuovi limiti all’obsolescenza prematura e al monouso dei prodotti. Introduzione di un divieto di distruzione di beni durevoli invenduti. Riconoscimento pieno del diritto alla riparazione con regole per i telefoni mobili, tablet e laptop, caricabatterie per telefoni e dispositivi elettronici simili.

Verrà inoltre considerato se definire un regime europeo per la restituzione o la vendita di vecchi telefoni cellulari, tablet e caricabatterie.

Più vita ai prodotti

L’obiettivo è allungare il ciclo di vita dei prodotti, adattare produzione e consumi a un ‘futuro verde’. In modo da garantire ai consumatori “accesso a informazioni affidabili su riparabilità e durata dei prodotti per aiutarli a compiere scelte sostenibili dal punto di vista ambientale”. I consumatori beneficeranno infatti di un vero “Diritto alla riparazione”.

Il nuovo piano Ue si concentra su progettazione e produzione di un’economia circolare, con l’obiettivo di garantire che le risorse utilizzate siano conservate nell’economia il più a lungo possibile.

Una rivoluzione per l’industria europea

Per tutti i settori dell’industria si prospetta una vera rivoluzione. “Il piano e le relative iniziative saranno sviluppati con lo stretto coinvolgimento delle imprese e delle parti interessate”, precisa Bruxelles.

Per l’Europa si tratta del primo passo di un lavoro che richiederà molto tempo per essere impostato e discusso, successivamente negoziato in via formale. Molto dipenderà dal grado di obbligatorietà delle misure previste per allungare il ciclo di vita dei prodotti, considerato un passaggio chiave per raggiungere gli obiettivi climatici della Ue.

Il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans ricorda che ‘le nostre economie sono tuttora lineari con solo il 12% dei materiali e risorse secondarie che torna nel circuito economico: molti prodotti si rompono troppo facilmente, non possono essere riutilizzati, riparati o riciclati o sono fatti solo per un singolo utilizzo’. L’obiettivo è assicurare che i prodotti Ue siano concepiti per durare più a lungo, ne sia facilitato il riuso, possano essere riparati e riciclati, incorporino più materiale riciclabile possibile invece di materie ‘primarie'”.

Secondo i calcoli della Commissione applicando tutte le misure previste per l’economia circolare nella Ue il pil aumenterebbe dello 0,5% entro il 2030 creando 700 mila nuovi posti di lavoro. Per quanto riguarda le imprese in linea generale si pensa a ricompensare i produttori sulla base della performance di sostenibilità: con livelli alti di sostenibilità sarebbero incentivati.

“Abbiamo un solo pianeta Terra, eppure entro il 2050 ne consumeremo come se ne avessimo tre – dice il commissario per Ambiente, oceani e pesca, Virginijus Sinkevičius -. Il nuovo piano renderà la circolarità il mainstream della nostra vita e accelererà la transizione verde della nostra economia. Le azioni orientate al futuro creeranno opportunità commerciali e di lavoro, conferiranno nuovi diritti ai consumatori europei”.

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