Amazon costretta a fronteggiare l’emergenza Coronavirus con una decisione drastica: l’azienda annuncia che darà la priorità ai beni di prima necessità, alias alle forniture mediche e ad altre categorie di prodotti legati a supportare gli approvvigionamenti importanti.
La “prioritizzazione” è entrata in vigore ieri, sarà temporanea ma durerà almeno fino al 5 aprile e riguarderà il marketplace negli Stati Uniti e in Europa. Fornitori e venditori di terze parti o rivenditori di prodotti al di fuori delle categorie necessarie dovranno dunque sospendere le proprie attività
Amazon ha dichiarato che continuerà a consegnare i beni esistenti presenti nei suoi magazzini nonché eventuali spedizioni avviate prima del 17 marzo. Un portavoce di Amazon negli Usa ha dichiarato che l’azienda sta assistendo a impennate negli acquisti online e che molti dei prodotti di prima necessità risultano esauriti.
“Daremo temporaneamente priorità agli articoli per la casa, alle forniture mediche e ad altri prodotti ad alta richiesta che entrano nei nostri centri logistici in modo da poter ricevere, rifornire e spedire più rapidamente questi prodotti ai nostri clienti. Comprendiamo che questo è un cambiamento per i nostri partner e apprezziamo la loro comprensione”, dichiara un portavoce dell’azienda.
La società evidenzia che “sta lavorando 24 ore su 24 per garantire la disponibilità dei prodotti essenziali”, aggiungendo che li notificherà una volta ripristinate le normali operazioni.
Sabato scorso Amazon ha dichiarato di aver esaurito lo stock di articoli per la casa più popolari e che i tempi di consegna “sono più lunghi del solito”. Le opzioni di consegna “in un giorno” e “in due giorni”, normalmente molto veloci, hanno mostrato ritardi anche di diversi giorni.
Nel complesso il coronavirus nel nostro Paese sta avendo un impatto molto forte sull’e-commerce. Le vendite sono in aumento dell’80% e Nielsen infatti registra un incremento di 30 punti percentuali nell’ultima settimana di febbraio. Boom della Gdo al Nord, ma i numeri stanno crescendo progressivamente nel Sud Italia.
La svolta si è registrata nell’ultima settimana di febbraio. Se infatti nei sette giorni precedenti era il Nord Ovest a trainare la crescita, la settimana che si è chiusa domenica 1 marzo ha visto il Sud Italia registrare gli incrementi più alti su base tendenziale, pari 15,8%. Seguono Centro e il Nord Est, con un +12,8% entrambi, e il Nord Ovest, in trend sempre molto positivo (+9,9%) ma, in questo caso, sotto la media nazionale.
I maggiori trend di crescita sono i discount (+17,8%), seguiti subito dagli Specialisti Drug. Anche i supermercati crescono a doppia cifra (+14,6%), così come i liberi servizi (+10,8%). In lieve frenata gli ipermercati, che registrano una performance positiva ma sotto-media (+7,1%), anche come conseguenza della chiusura di alcuni punti vendita nei centri commerciali. In controtendenza, invece, il dato dei format Cash & Carry che ha fatto segnare un trend negativo (-9,22%) dovuto alle difficoltà dei player HoReCa (ospitalità e ristorazione), che utilizzano questo canale come fonte di approvvigionamento.