L’emergenza coronavirus darà un nuovo colpo al traballante business degli smartphone per Samsung, ma per il segmento dei chip di memoria, in cui il colosso sudcoreano è il primo player per share di mercato, l’outlook è tutto positivo, grazie alla crescita della domanda che arriva dai data center e dalle nuove reti 5G.
All’annuale meeting generale di Samsung a Seul, il Ceo Kim Ki-nam ha affermato che il coronavirus, ma anche la disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina, probabilmente causeranno una flessione globale delle vendite di smartphone, con un impatto anche sulla casa coreana. Al contrario, il mercato dei semiconduttori vivrà un incremento della domanda dopo la fase di debolezza dello scorso anno esacerbata dall’eccesso di scorte e dalla trade war. Si tratta di una buona notizia per Samsung: circa la metà dell’utile operativo dell’azienda dipende dalle vendite di chip.
La spinta del 5G
“Si prevedeva un ritorno alla crescita per il mercato globale degli smartphone quest’anno, ma la pandemia si prospetta lunga e il mercato degli smartphone si sta contraendo. Tuttavia è atteso un aumento della domanda di smartphone 5G”, ha dichiarato al meeting generale Koh Dong-jin, presidente della divisione mobile and network di Samsung.
L’ottimismo di Samsung sui chip stacca il produttore coreano dagli altri vendor, che hanno per lo più rivisto al ribasso le stime sulle vendite a causa delle interruzioni sulla supply chain legate all’epidemia di coronavirus. Samsung, invece, ha detto che si aspetta nuovi investimenti da parte delle società dei data center e nuove opportunità in aree come le reti mobili 5G e le automobili connesse, che daranno la spinta al business dei chip per tutto il 2020.
Il Ceo Kim ha anche affermato che in generale i chipmaker cercheranno quest’anno di concentrarsi sull’ammodernamento dei processi produttivi e non sull’espansione della capacità, limitando l’offerta. Questo aiuterà a sostenere le vendite per Samsung e i prezzi dei semiconduttori sul mercato.
L’impatto del coronavirus sui consumatori
La Corea del Sud è il paese asiatico più colpito dal coronavirus dopo la Cina, ma ha risposto con misure altamente tecnologiche, come i tamponi a tappeto e le app per geolocalizzare la presenza di focolai e contagiati, che stanno permettendo di arginare l’emergenza. Il general meeting di Samsung si è svolto in una sede fisica, ma con ingressi limitati a 400 azionisti: l’anno scorso erano stati circa 1.000 i presenti. Inoltre i partecipanti sono stati sottoposti a controlli della temperatura corporea e si sono dovuti sedere a distanza gli uni dagli altri, come riporta Reuters.
Kim Hyun-suk, il direttore della divisione consumer electronics di Samsung, ha dichiarato che è troppo presto per prevedere quale sarà l’impatto del virus sui consumatori: il business era previsto in crescita nel 2020, ma con l’epidemia le incertezze crescono e anche le vendite di elettronica di consumo potrebbero subire un calo.