AGENDA DIGITALE

Sandro Bologna: “Garantire i servizi in primis alle Pmi”

Sul nostro giornale le ricette dei numeri uno delle principali associazioni di settore per attuare l’Agenda digitale. Ecco l’intervento del presidente di Aiic

Pubblicato il 18 Mag 2012

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Il digitale è essenziale per lo sviluppo dell’economia nazionale per i ricavi che genera e il vantaggio competitivo per tutti i settori. L’Italia paga il passato disinteresse della politica verso l’Ict con una forte contrazione dell’industria nazionale. Nel nostro Paese solo il 2,1% del Pil è generato da servizi digitali, rispetto ad una media europea del 4,2%. La Gran Bretagna ha un Pil digitale di oltre il 7% e punta al 12% entro tre anni.
La nostra Agenda Digitale è un primo passo per rilanciare il Paese con l’Ict. Oltre alla banda larga, è fondamentale garantire la diffusione dei servizi digitali nelle Pmi, con incentivi ma anche con la formazione per infondere la cultura digitale e superare il digital divide. L’Agenda Digitale oltre che predisporre le infrastrutture tecnologiche deve rivedere i processi organizzativi, sostituendo quelli cartacei con i digitali (dematerializzazione) e creando maggiore valore aggiunto. Vanno affrontati i problemi dei contenuti e dell’interoperabilità dei servizi; rivista l’ingegneria organizzativa. L’Ict da sola non basta! Attenzione merita la formazione, a partire dai lavoratori non “nati digitali”. Urge lavorare su una filiera completa che preveda lo sviluppo delle infrastrutture, del capitale umano, l’ammodernamento delle organizzazioni, stimoli il mercato e gli utenti, attraverso la Pubblica Amministrazione.

La maggiore diffusione di servizi di eGovernment darà effetti positivi sul mercato e sull’evoluzione dell’offerta liberando risorse. Fin dalla progettazione delle architetture di rete va considerata la sicurezza, nell’accezione anglosassone di security. Troppo spesso è ancora pensata solo alla fine, ossia troppo tardi. Niente di più sbagliato e costoso. Vale anche per il mondo digitale: “prevenire è meglio che curare”. Il concetto di “design for security” deve essere chiaro in tutte le fasi realizzative dell’Agenda Digitale: ogni carenza o disfunzione delle reti digitali, con l’”effetto domino”, si ripercuoterebbe sul Sistema Paese penalizzandolo pesantemente.

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