RISTRUTTURAZIONE

Cappello (Nsn): “Non ce ne andiamo dall’Italia”

L’amministratore delegato di Nokia Siemens Networks parla dei piani futuri, alla luce dei 580 esuberi annunciati su un totale di 1100 dipendenti nel nostro paese: “Ci concentreremo sulle attività che permetteranno all’azienda di crescere”

Pubblicato il 21 Mag 2012

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Sarà una sfida impegnativa quella che vedrà protagonista l’azienda di qui ai prossimi mesi. Il consistente piano di licenziamenti appena annunciato – 580 gli esuberi previsti su un totale di 1100 dipendenti operativi sul territorio nazionale (è fissato al 23 maggio il tavolo al ministero dello Sviluppo economico fra azienda e sindacati) – è evidentemente il frutto di una crisi che fa sentire il suo peso. 17mila le risorse (su 74mila totali) che saranno tagliate in gran parte già entro fine anno a livello globale (150 i Paesi coinvolti) nell’ambito del piano di ristrutturazione annunciato a inizio anno dalla casa madre che non esclude lo scioglimento della joint venture finno-tedesca e da cui – si stima – potrebbe derivare un risparmio di circa un miliardo di euro l’anno. Ma su questa questione nessuna decisione è stata presa per il momento. Il patto di sindacato è in scadenza nel 2013 ed è allora che si faranno i conti veri.

Se è vero che da un lato l’operazione punta al “risparmio” dall’altro l’obiettivo è mettere in atto una strategia orientata in direzione della crescita facendo leva sui business in cui l’azienda detiene la leadership e che rappresentano il “futuro” in termini di revenues e opportunità. “Ci concentreremo sulle attività che permetteranno all’azienda di crescere”, spiega al nostro giornale l’Ad della filiale italiana Maria Elena Cappello.

Quali sono in dettaglio gli obiettivi della nuova strategia?

Nsn sta portando avanti una profonda trasformazione strutturale a livello mondiale per esigenze di tipo finanziario ma anche di riallineamento del business. La riduzione delle risorse è solo una delle componenti del piano. Certamente la componente più dolorosa, ma inevitabile e urgente. Ma a livello di strategia sono tre i business su cui ci concentreremo: mobile broadband, customer experience management e servizi. In questi tre mercati siamo leader e la crescita è consistente. Riguardo al mobile broadband ad esempio siamo leader mondiali per la tecnologia Lte: deteniamo il 40% di marketshare, abbiamo all’attivo 56 contratti commerciali e siamo fornitori dei primi 26 operatori al mondo impegnati nel roll out delle nuove reti. Un altro elemento importante della strategia riguarda la governance: l’obiettivo è aumentare l’efficienza operativa e semplificare l’organizzazione. Ciò comporterà il consolidamento di alcune funzioni a livello globale. Efficienza operativa, infine, fa rima con qualità del servizio e con customer centricity.

E su cosa state disinvestendo?

Ci sarà una defocalizzazione dei business che non riteniamo strategici: l’azienda ha già ceduto ad Adtran il business del broadband fisso ed è stato dismesso anche il business microwave attraverso la cessione a DragonWave.

Si tratta di una sfida impegnativa, quanto ci vorrà per attuarla?

Consideriamo il 2013 l’anno della svolta. Ma vero è che molto dipenderà dal mercato. Le situazione economica mondiale non è delle migliori e soprattutto in Europa è difficile fare previsioni. Sicuramente abbiamo l’esigenza di attuare il piano il prima possibile per dare stabilità finanziaria all’azienda e portare avanti gli obiettivi di business.

Riguardo ai licenziamenti in Italia quali sedi coinvolgeranno?

Il piano, essendo molto consistente visto che riguarda circa il 50% delle risorse coinvolgerà tutte e 4 le sedi (Milano, Roma, Napoli e Catania, ndr).

C’è il rischio di chiusura per una o più sedi?

Il piano di ristrutturazione globale prevede in parte il consolidamento geografico dei siti ma riguardo all’Italia la questione al momento non è sul piatto. Non ci sono indicazioni di questo tipo. L’Italia è per Nsn un mercato importante e lo sarà anche in futuro.

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