L’emergenza Coronavirus spinge online la formazione del 90% degli atenei italiani. Toccano quota 94% le lezioni erogate online, con accesso alle piattaforme da parte di 1 milione e 200 mila studenti, a fronte di un totale di iscritti alle università italiane pari a 1 milione e mezzo circa. Sono stati svolti online 70mila esami solo nel primo mese. Lo rende noto Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e della Ricerca, nel corso dell’intervento al DigitalTalk organizzato dalla Fondazione Ottimisti e Razionali.
Ma attenzione, avverte Manfredi, “Passare dall’emergenza all’ordinario sarà la vera sfida, ancor di più di affrontare l’emergenza stessa. Serve un grande piano con misure strutturali per la ripartenza, che non saranno ovviamente le misure del nuovo decreto emergenziale di sostegno di aprile”.
La proposta per il post-emergenza
“Tutta l’operazione emergenziale – spiega il ministro – è stata gestita con l’obiettivo di garantire continuità dell’azione, ovvero sospendendo lezioni con presenza fisica ma senza interrompere le attività delle università, che avrebbe comportato la sospensione di una serie di scadenze (esami, scadenze per il raggiungimento crediti o per la partecipazione degli studenti agli scambi con l’estero, agevolazione tasse, etc), e dunque problemi drammatici per la ripartenza”, spiega il ministro.
“Ciò che servirà nella fase post emergenza – sottolinea – sono strumenti per una decompressione sociale. L’emozione forte vissuta oggi ci consentirà di mettere a sistema un approccio che alcuni atenei avevano già iniziato a sperimentare: un’offerta blended, che abbina attività in presenza ad attività online, molto più integrata e inclusiva”.
“Per trasformare questa emergenza in opportunità occorre un grande piano con misure strutturali per la ripartenza, che non saranno ovviamente le misure del nuovo decreto emergenziale di sostegno di aprile”. “Sul versante universitario, la trasformazione riguarderà l’integrazione sempre maggiore tra risorse digitali e formazione in presenza, senza abbassare l’attenzione sulla qualità dei contenuti, sia nella fase della formazione che nella fase di accertamento delle competenze”.
“La ricerca, sia di base che applicata – ha aggiunto Manfredi richiamando il ruolo dei competence center – giocherà un ruolo fondamentale nell’accelerazione della trasformazione del sistema industriale e produttivo italiano”.