L’obiettivo è quello di accelerare le misure messe in campo per il contrasto al contagio da Covid-19 tra i detenuti italiani. Per questo motivo il governo intende installare 4.700 nuovi braccialetti elettronici per la sorveglianza a distanza entro la fine di maggio.
D’altra parte, le indicazioni espresse dal procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi in una nota indirizzata a tutti i capi delle Corti d’Appello per contenere il contagio da coronavirus negli istituti penitenziari sono chiare: “Il rischio epidemico è concreto e attuale e non lascia il tempo per sviluppare accertamenti personalizzati”: occorre applicare misure alternative ogni volta che questo è possibile ricordando che “il carcere nel nostro ordinamento è l’extrema ratio” e che, in questa situazione di grave emergenza sanitaria, devono rimanere in cella solo le persone pericolose o che hanno commesso reati da codice rosso”.
L’intesa tra Arcuri e ministeri della Giustizia e dell’Interno
Per questo Domenico Arcuri, Commissario Straordinario per l’emergenza coronavirus, ha affidato la fornitura di ulteriori braccialetti e la gestione del relativo servizio a Fastweb, la stessa società con cui il Ministero dell’Interno ha già siglato un contratto per la fornitura dei dispositivi.
Secondo quanto previsto dal Decreto Cura Italia sulla facoltà per il Commissario di procedere anche all’acquisto di device finalizzati a contrastare l’emergenza coronavirus e agevolare l’adozione dei protocolli sanitari nelle carceri italiane, è stata nei giorni scorsi avviata un’interlocuzione – si legge in una nota diffusa da Fastweb – tra il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il Ministero dell’Interno e lo stesso Arcuri per garantire l’accelerazione delle installazioni dei dispositivi destinati soprattutto alla detenzione domiciliare di quanti devono scontare una pena residua tra i 7 e 18 mesi. Fastweb, società aggiudicataria nel 2017 del bando emanato dal Ministero dell’Interno per la fornitura dei dispositivi, provvederà alla fornitura e alla manutenzione dei braccialetti elettronici aggiuntivi rispetto a quelli già previsti, così come ai servizi di connettività tra questi e un “Centro Elettronico di Monitoraggio”, istituito ad hoc per la sorveglianza dei dispositivi installati e l’interazione con le Forze di polizia, per comunicare in tempo reale le situazioni di allarme.
A tal proposito, il procuratore generale Giovanni Salvi rimarca che proprio le misure di contenimento del contagio rendono più semplice il controllo delle forze dell’ordine su chi è ai domiciliari, perché ora l’obbligo di dimora vale per tutti i cittadini e i centri di aggregazione sono desertificati con un calo dei reati stimato in misura del 75%. Il braccialetto elettronico consentirebbe di evitare anche i provvedimenti come l’obbligo di firma o la presentazione in commissariato per arginare anche rischio di contagio tra le forze dell’ordine.