LO STUDIO

Bankitalia: “Dati delle Big tech siano al servizio del bene pubblico”

L’istituto di via Nazionale lancia l’appello: “Necessarie sinergie forti tra gli istituti di statistica e le aziende tecnologiche, comprese le tlc”

Pubblicato il 14 Apr 2020

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L’epidemia di Coronavirus rischia di mettere in pericolo l’economia mondiale. Non solo impattando direttamente su produzione e occupazione. Ma anche indirettamente, compromettendo lo strumento strategico delle statistiche ufficiali basate su dati di qualità: cruciali per chi prende decisioni di politica economica, per i mercati e per il pubblico.

E’ l’allarme lanciato dal  “Salviamo i dati, nostra bussola”, lo studio di Bankitalia condotto dagli economisti Claudia Biancotti, Alfonso Rosolia, Fabrizio Venditti e Giovanni Veronese, secondo cui “le misure messe in atto per contenere la diffusione del Covid-19 avranno – è l’avvertimento – effetti profondi non solo sulle imprese e sulle famiglie, ma anche sulla stessa bussola che dovrebbe indicare la rotta”.

Per questo si delinea “il rischio concreto di non cogliere i rapidi mutamenti in corso nelle nostre economie”. In questa situazione “tutti devono fare la loro parte”, è il suggerimento. E lo studio individua tre “protagonisti principali”: gli istituti nazionali di statistica, le aziende specializzate nella produzione di basi di dati granulari su fenomeni economicamente rilevanti e le grandi piattaforme tecnologiche, comprese le imprese di telecomunicazione.

Sinergie per la produzione dati

Secondo Bankitalia servono “più forti sinergie tra istituti nazionali di statistica, altri enti pubblici, aziende specializzate nella costruzione di basi informative economiche e grandi piattaforme tecnologiche”

I produttori di statistiche ufficiali dovrebbero tentare, ove possibile, di aumentare la frequenza e la copertura dell’informazione che diffondono. Se questo processo è trasparente, gli utenti avranno modo di tenere conto dell’inevitabile – ancorché temporanea – perdita di qualità dei dati.

Focus particolare –oltre che su produttori ufficiali di statistiche e Governi, su piattaforme tecnologiche e imprese di telecomunicazione.

I dati prodotti da Google e Apple

Due soli sistemi operativi, prodotti da Google e Apple, raccolgono dati da miliardi di dispositivi elettronici. Facebook ha almeno 2,4 miliardi di utenti attivi almeno una volta al mese. A fronte delle misure di lockdown, Amazon sta fortemente espandendo i suoi servizi di consegna a domicilio in tutto il mondo.

L’impressionante mole di informazioni a disposizione di queste imprese – fa notare Bankitalia, può essere utilizzata per affrontare la crisi. Già negli scorsi anni sono emerse numerose proposte per mettere i dati di Big Tech a servizio del bene pubblico; ora è il momento di accelerare l’adozione di quelle migliori.

La European Data Strategy della Commissione Ue suggerisce che “l’uso di dati aggregati e anonimizzati dalle piattaforme social può costituire un utile complemento alle informazioni provenienti dalla rete sanitaria in caso di epidemia”.

Altro risultato l’accordo siglato a marzo tra Eurostat e Airbnb, Booking, Expedia e Tripadvisor per l’accesso a dati unici e affidabili sul turismo.

“Al tempo del Covid-19, queste iniziative di collaborazione dovrebbero essere non solo rafforzate – fa notare lo studio -, ma anche estese alle altre piattaforme tecnologiche più diffuse”.

Ma ancora, Google Trends, strumento che misura quanto spesso alcuni termini vengono cercati in rete tramite Google, si è mostrato utile nel prevedere l’andamento del mercato del lavoro e il PIL degli Stati Uniti.

Prime Now, il marchio di Amazon per la consegna di alimentari, si sta espandendo a ritmi sostenuti; accedere ai dati sugli ordini offrirebbe una finestra unica sulle decisioni di spesa delle famiglie e sulla dinamica dei prezzi.

Anche piattaforme più piccole della gig economy, come Uber, potrebbero condividere informazioni che servono per interpretare l’andamento di domanda e offerta di lavoro, sebbene limitatamente ad alcuni settori.

Così come i gestori delle reti di Tlc potrebbero offrire informazioni sulla mobilità delle persone, “utili nel verificare l’efficacia nelle misure di contenimento del Covid-19“.

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