Sono state 30 le operazioni di M&A messe a segno dalle aziende delle telecomunicazioni dell’area Emea a marzo, per un valore complessivo pari a 18,7 miliardi di dollari. Lo riporta TMT Finance confrontando il dato con i 19 deal di febbraio, valutati 20,9 miliardi. L’incremento del valore per l’attività di fusione e acquisizione del settore telecom è del 10,5% se si considera la crisi innescata dalla pandemia di coronavirus che ha messo in crisi i mercati.
Le transazioni più rilevanti
Dei 30 accordi realizzati a marzo, 15 sono stati classificati come ancora in fase di definizione, mentre sette sono chiusi, ovvero completati o firmati.
Il valore totale dei primi è di 12,2 miliardi di dollari; le transazioni più rilevanti registrate da TMT Finance lo scorso mese includono la vendita da parte della telco francese Orange di una quota della sua filiale della fibra Orange Concessions (2 miliardi di euro); la vendita del business delle torri da parte di Eir (controllata di Iliad in Irlanda) e la vendita da parte di Vodafone della sua quota in Inwit per un valore di 2,1 miliardi di euro.
Il valore delle sette operazioni completate o firmate a marzo ammonta invecde a 4,3 miliardi di dollari e includono il completamento da parte di Iliad della vendita di una quota del 51% della sua filiale della fibra all’investitore InfraVia per 600 miliardi di euro e l’accordo tra Phoenix Tower International e Bouygues Telecom per lo sviluppo di circa 4.000 nuove torri wireless.
A febbraio tra i maggiori accordi sul mercato telecom c’erano stati la joint venture tra Bouygues Telecom e Cellnex per la realizzazione della rete backbone della telco francese (Progetto St Malo) e la vendita dell’operatore di rete in fibra ottica tedesco Deutsche Glasfaser alla società svedese di private equity EQT Partners e al fondo pensione canadese Omer per 2,8 miliardi di euro.
Le telco provano a contrastare il calo delle revenue
Le operazioni di fusione e acquisizione sono per molte telco la risposta a un calo dei ricavi che è ormai consolidato per le compagnie di Tlc, come ha scritto Analysys Mason in una recente stima. Tra il 2019 e il 2024 le revenue derivanti dai servizi base per la connettività voce e dati scenderà del 5% per gli operatori dell’Europa occidentale. Ridurre i costi, con la dismissione di attività non strategiche o condivisione di asset, è importante quanto investire nelle aree di crescita come l’Ict (sicurezza, data center, servizi cloud).
Non a caso, delle 24 acquisizioni messe a segno dalle telco europee nel 2019 registrate dall’M&A Tracker di Analysis Mason, almeno 20 mirano a potenziare l’offerta Ict. Gli operatori investono anche in nuove partnership con fornitori Ict e in sviluppo interno di prodotti.